La 'promozione' del ddl della Buona Scuola dalla VII Commissione Cultura ha generato un fiume di polemiche soprattutto per la rapidità con cui il governo sta accelerando l'approvazione della riforma. La scorsa settimana, all'indomani del clamoroso sciopero del 5 maggio, i sindacati avevano chiesto di parlare direttamente con il governo di quanto contenuto nel disegno di legge ma evidentemente l'appello, non solo è rimasto inascoltato dalle forze politiche, ma ha 'consigliato' di fare ancora più in fretta. 

Maria Elena Boschi, frecciata ai sindacati: durissima replica Cgil e Cisl Scuola

Nelle ultime ore, si può parlare di vero e proprio scontro tra governo e sindacati. In particolare, è piaciuta poco una frase del Ministro per le Riforme Istituzionali, Maria Elena Boschi che ha sottolineato come la scuola, se dovesse rimanere in mano ai soli sindacati, non funzionerebbe affatto. Naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere. La Cgil ha replicato con durezza parlando di dichiarazioni arroganti e di disprezzo della democrazia; la Cisl afferma invece che chi fa le cose sbagliate è proprio il governo e non i sindacati. Frecciatina pungente anche da parte di Stefano Fassina che non esita a contrattaccare, paragonando le dichiarazioni della Boschi a quelle dell'ex ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini.

Vendola: 'La scuola è sulle spalle degli insegnanti'

Quello che stupisce di più è che fu proprio il ministro Boschi ad aprire spiragli per eventuali modifiche sostanziali del testo di legge: 'La riforma della Scuola non è un 'prendere o lasciare' disse il membro del governo. Invece, il ddl va avanti con piccoli ritocchini, giudicati come dettagli insignificanti che non vanno ad intaccare la struttura voluta dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Domenico Pantaleo della Flc-Cgil replica duramente al ministro Boschi affermando che se la scuola non appartiene ai sindacati (e su questo non si discute) non è nemmeno da considerarsi come una proprietà privata del governo. Anche Vendola (Sel) si allinea con la dichiarazione di Pantaleo, affermando che la scuola pubblica è sulle spalle dei docenti e l'istruzione in Italia va avanti solo per i meriti e i sacrifici degli insegnanti.