Nell'ultima settimana le quotazioni di una riforma delle Pensioni da parte del Governo Renzi si sono impennate, con il Governo che dopo mesi di silenzio ha deciso esporsi e iniziare a parlare sui grandi media di quelle che saranno le prossime mosse per consentire un uscita dal mondo del lavoro più flessibile. Capita così che dal silenzio di tomba su temi come la pensione anticipata e la riforma della legge Fornero, ci si trovi ogni giorno in televisione, in radio o sulle grandi testate, qualche esponente del Governo che spiega quali saranno i principi e le modifiche da effettuare.

Tra le ultime novità sulle pensioni di oggi 21 maggio, abbiamo le dichiarazioni del sottosegretario all'Economia Baretta, che conferma la volontà di una pensione a 62 anni con penalizzazione. Ma Per i lavoratori precoci e per chi fa lavori usuranti? Possibile che per loro non possa esserci un'uscita differente da questa?

Pensioni oggi ultimissime novità 21 maggio: Baretta conferma la flessibilità e l'uscita a 62 anni

Il sottosegretario all'Economia Baretta è sempre stato favorevole (e firmatario con altri della minoranza Dem) alla proposta di Cesare Damiano, il famoso ddl 857 che prevede l'uscita a 62 anni di età e 35 di contributi in cambio di una decurtazione sull'assegno che al massimopuò raggiungere l'8%.

Baretta ha spiegato che ora anche Renzi ha espresso pubblicamente parere favorevole e che la proposta sul tavolo " Ipotizziamo che sia applicata sulla quota retributiva della pensione una decurtazione del 2 per cento per ogni anno di anticipo, a partire dai 62, rispetto all'età di riferimento per la pensione di vecchiaia. La penalizzazione però si attenua gradualmente se gli anni di contributi sono più di 35".

Pensione lavoratori precoci e quota 41: ultimissime di oggi 21 maggio

Buone novità quindi sul fronte delle pensioni anticipate, ma la quota 97 non basta per soddisfare tutti. Ad esempio resta vivo il caso dei lavoratori precoci che rischierebbero di andare in pensione a 62 anni dopo aver già raggiunto i 43-45 anni di contributi, e per di più subendo una penalizzazione.

Insomma oltre al danno la beffa potremmo dire. Al di fuori dell'età anagrafica è giusto che il Governo pensi anche a chi ha lavorato per oltre quaranta anni e che merita la pensione. Per questo per i lavoratori precoci è necessario che venga presa in considerazione dal Governo la proposta depositata alla camera da Damiano che oltre alla quota 97 prevede anche la possibilità di uscire a quota 41 (ovviamente di contributi versati) indipendentemente dall'età anagrafica. Voi cosa ne pensate? Diteci la vostra e per aggiornamenti sulle decisioni del Governo in materia pensionistica cliccata segui in alto.