La pensione di reversibilità o pensione ai superstiti è un indennizzo pensionistico che l'Inps concede ad alcune tipologie di familiari della persona scomparsa e soprattutto al coniuge superstite. Quando uno dei due coniugi pensionati muore lascia all'altro coniuge la possibilità di chiedere il trasferimento della pensione o parte di essa alla propria persona. L'assegno di reversibilità ha da sempre causato polemiche, contestazioni e litigi familiari non di poco conto. Vediamo alcuni casi e come le sentenze dei tribunali siano contraddittorie tanto che una vera e propria normativa non esiste.

Reversibilità classica tra coniugi:

Niente di particolarmente rilevante è chiesto al coniuge superstite nel caso in cui sia coresidente con il defunto. Il coniuge superstite del lavoratore o del pensionato defunto, potrà chiedere, a tutti gli effetti e senza che vi sia bisogno di particolari requisiti, la pensione di reversibilità o quella indiretta.

Matrimoni interessati tra giovani ed anziani:

Molti sono i casi in cui le giovani donne (ma anche giovani uomini) che sposano nonni molto in avanti con l'età per sfruttarne eventualmente la pensione e casi simili. La legge è molto attenta soprattutto alla luce della ricaduta sul sistema pensionistico che potrebbe avere il concedere una pensione di reversibilità ad una donna di 30 anni (e anche meno) sposata con un vecchietto di 80 anni (e anche di più).

Dal 2012 esiste una norma che riduce sensibilmente la pensione trasferita al coniuge, qualora il matrimonio tra un giovane ed un consorte di 20 anni più anziano sia durato meno di 10 anni. Sentenze, reclami e ricorsi anche alla Corte Costituzionale sono frequentissimi per quello che rappresenta un vero e proprio rebus per l'INPS.

Reversibilità dopo separazioni e divorzi:

Altra situazione spinosa è il passaggio della pensione al coniuge separato o divorziato. Se la separazione è stata addebitata dal giudice al coniuge superstite (la separazione è colpa sua), per ottenere la reversibilità è necessario che il defunto fin tanto che era in vita, passasse l'assegno di mantenimento o alimentare al coniuge.

Altra condizione è che il defunto avesse cominciato a lavorare prima della sentenza di separazione o divorzio e che nel frattempo nessuno dei due abbia contratto un nuovo matrimonio.

Divorzi, separazioni e nuovi matrimoni:

Diverso è il caso in cui fermo restando tutti i requisiti di prima, il defunto abbia contratto nuovo matrimonio. In questo caso il primo coniuge può comunque richiedere l'assegno di reversibilità, ma gli toccherà dividerlo con il nuovo coniuge. Non esiste una legge che stabilisca la proporzione tra i due coniugi dello stesso defunto, non è detto infatti che tocchi in uguale misura ad entrambi. E' il tribunale di volta in volta a stabilire le quote in base a diverse condizioni come la durata dei matrimoni la condizione economica dei soggetti coinvolti.

Se invece è il coniuge superstite a risposarsi esso non potrà richiedere la reversibilità o ne perderà il diritto se ottenuto, non appena contrae il nuovo matrimonio. In questo caso la Legge prevede che al coniuge superstite risposato tocchi una quota pari a due annualità della pensione una tantum.