Dianella Maroni, la promotrice dell'iniziativa a favore delle donne lavoratrici che intendono aderire al regime sperimentale Opzione Donna, ha sottolineato che 'la class action è ancora aperta e rimarrà tale fino al 30 giugno, Chiunque volesse aderire può contattare il Comitato Inps regionale o provinciale'. Perché questa iniziativa? L'obiettivo è quello di prorogare l'opportunità di aderire alla pensione anticipata al raggiungimento dei 57 anni di età (58 se si tratta di lavoratrici autonome) con 35 anni di versamenti contributivi. L'unico neo è quello di avere il trattamento pensionistico calcolato con il metodo contributivo.

Dianella Maroni ha organizzato una class action a favore della proroga dell'Opzione Donna

Questo regime sperimentale, al momento, presenta qualche difficoltà dovuta ad alcune circolari emanate dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) l'anno scorso, le quali consideravano concluso questo provvedimento. Per questo motivo, Dianella Maroni ha voluto organizzare un ricorso collettivo al Tar del Lazio, proprio per far valere i propri diritti. Il Tribunale, molto probabilmente, darà il suo giudizio già nei prossimi mesi.

Oltre 25mila le lavoratrici che hanno aderito al regime sperimentale Opzione Donna

Solo per opportuna informazione, le lavoratrici che hanno aderito al regime sperimentale, sinora sono state più di 25mila, accettando di fatto una decurtazione sul trattamento pensionistico pari al 25/30 percento, dovuto al conteggio effettuato con il metodo contributivo.

Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, quando il governo Renzi dovrà affrontare la situazione e decidere come comportarsi sulla proroga dell'Opzione Donna.

Diverse proposte per l'abbassamento dell'età pensionabile. Allo stesso tempo, si discute anche su come riformare il sistema previdenziale per tutti i lavoratori con proposte giunte da ogni parte politica: dal sistema a Quota 97, con possibilità di andare in pensione a 62 anni con 35 di contributi con penalizzazioni, al sistema Quota 100 fino a giungere alla cosiddetta Quota 41, un modo per far lasciare il lavoro ai precoci al raggiungimento dei 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica.