Sonogiorni intensi di discussione in tema di riformapensioni 2015: cosa ne sarà delle modifiche promesse alla pensione anticipata? L’istituto è statocriticato molto spesso, da più parti, per le eccessive rigidità introdotte dallaFornero: le ultime notizie dellesettimane più recenti vedono un interessamento del governo Renzi, con lo stesso Presidente del Consiglio che è scesoin campo annunciando novità in Legge di Stabilità. In che modo si vuoleintervenire, però, i politici non lo dicono e forse sanno bene anche perché. Ciha provato Tito Boeri, nell’audizionealla Camera dello scorso 10 giugno, a dare qualche numero a cui nessuno, perora, ha replicato seccamente.
L’Italia ha la spesapensionistica più alta d’Europa, difficile mettere mano alla pensioneanticipata
Ilnostro Paese spende molto più degli altri per le Pensioni. Le percentuali di PIL investite nella previdenza sono assaipiù alte rispetto alla stessa Germania, che pure soffre come noi il problemadell’invecchiamento della popolazione e, in media, decisamente più elevaterispetto alla spesa generale in Unione Europea. Di contro, l’Italia è uno deiPaesi sviluppati che investe meno in istruzione, ricerca e università,essenzialmente per due motivi: quello espresso poc’anzi, relativo all’elevataspesa previdenziale, e quello relativo alla corruzione, che ogni anno bruciasvariati miliardi di euro che vengono sottratti alle spese “vere”, inparticolar modo alla sanità e all'istruzione.
Nell’audizionealla Camera Tito Boeri, numero uno Inps, ha sottolineato che le dueproposte di riforma pensioni piùimportanti costano troppo: per la quota100 possono servire fino a 10,6 miliardi, circa 8 invece ne occorrono per ipensionamenti flessibili. In realtàBoeri dice quello che i politici non vogliono dire: l’unico modo per allentarela rigidità della pensione anticipataè quello di eliminare completamente il sistema retributivo, consentendo diandare in pensione con il contributivopuro.
Le persone con più di 50 anni potrebbero inorridire di fronte a tuttociò ma coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 sono già “condannati”a tutto questo e nessuno, o quasi, ha alzato le barricate quando fu decisonegli anni ‘90. Il punto è che per loro lapensione è ancora lontana e ci pensano poco, o comunque non se ne parlatanto perché ci sono situazioni assai più incombenti come quelle dei lavoratoriprecoci che, giustamente, chiedono di poter trascorrere serenamente gli annisuccessivi alla vita lavorativa.
Cosa ne sarà, quindi, dellapensione anticipata?
E’probabile che un intervento arriverà, perché i membri dell’esecutivo si sonoesposti troppo e non resteranno immobili. Il ministro Poletti, dopo le paroledi Boeri, ha detto chiaramente che non sarà creato altro debito e che la riforma delle pensioni non dovràinficiare troppo il futuro delle nuove generazioni. Tradotto dal politicamentecorretto: se si metterà mano alla pensioneanticipata, difficilmente lo si farà con le strade più “gradite” di cuiabbiamo scritto negli ultimi mesi. Ammesso che non venga presa inconsiderazione l’idea di ridiscutere da capo la spesa pubblica in manieraclamorosa: poco probabile che accada in un Paese come l’Italia che poco siaddice alle rivoluzioni.