Riforma Pensioni 2015: questo sarà l'anno della modifica della legge Fornero. Lo affermano ormai da giorni esponenti del Governo quali il Ministro Padoan ed il responsabile Welfare Poletti. Tuttavia, non sono stati resi noti, ancora, aspetti altrettanto importanti: entro quando sarà realizzato questo intervento normativo di rinnovamento del sistema pensionistico e quale modalità verrà attuata?

In quasi tre anni, la legge Fornero ha suscitato le reazioni più disperate: pensionandi e pensionati sono scesi in piazza a manifestare, sono stati avviati ricorsi giudiziari, si è pronunciata da ultimo anche la Consulta dichiarando l'illegittimità costituzionale del blocco delle perequazioni imposte sulle pensioni superiori più di tre volte il trattamento minimo.

La riforma Fornero ha investito negativamente e in modo trasversale un intero sistema economico-sociale abbandonando Quota 96 ed Esodati; è chiaro che, ora all'unisono, i lavoratori prossimi alla pensione chiedano una contro-riforma radicale.

Tempistiche - Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ritiene che le modifiche più significative possono essere fatte solo con la legge di stabilità 2016. Per ora invece sono stati avviati i pagamenti ogni primo giorno del mese e la c.d. "busta arancione".

Intervento sulle Pensioni - Allo studio, diverse ipotesi di riforma del sistema pensionistico che vedono in primis un cambio dei requisiti anagrafici e contributivi, compatibilmente con gli obiettivi della Finanza pubblica.

Allo stato attuale vi sono già delle proposte di legge in Parlamento che potrebbero essere riprese e rielaborate.

1° proposta: uscita dal lavoro con requisito anagrafico tra i 62 e 70 anni ed un minimo di 35 anni di versamenti contributivi. Questo è quanto prevede il Disegno di Legge "Damiano" unitamente alla riduzione dell'assegno pensionistico se si abbandona il lavoro prima dei 66 anni d'età.

2° proposta: "staffetta generazionale" proposta da Giuliano Poletti e riduzione dell'assegno mensile in relazione al part time per poi essere ricalcolato al termine del rapporto di lavoro.

3° proposta: ripristinare le Quote in tal modo: Quota 100 per i lavoratori dipendenti (62 anni + 35 ani di contributi) e Quota 101 (minimo 63 anni di vecchiaia) per gli autonomi.

4° proposta: sistema contributivo per tutti. Questa ipotesi, se presa in considerazione, potrebbe penalizzare i lavoratori prossimi al pensionamento, che subirebbero netti tagli sull'assegno pensionistico (fino al 30% in meno)

5° proposta: Opzione donna. Questa ipotesi è già prevista in modo sperimentale e consente alle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni d'età (per le lavoratrici dipendenti) e 58 anni d'età (per le lavoratrici autonome). Al momento è prevista in via sperimentale fino al 2015, ma potrebbe essere prevista una proposta di legge per estenderla fino al 2018.