Non ci placa il dibattito in tema di riforma della previdenza. La giornata di ieri si è caricata di parecchi significati: da un lato la sentenza della Consulta che ha ritenuto illegittimo il blocco dei contratti nella PA senza però prevedere validità retroattiva, dall'altro l'avvio dell'iter di conversione in legge del decreto rimborsi, nel mezzo la ripresa del dibattimento in Commissione Lavoro relativo al DDL Damiano. Il piano di Renzi a questo punto appare delineato: l'idea è quella di attendere che arrivi una proposta unica, dopo di che si cercherà di rimodularla in modo tale da ridurre il più possibile l'impatto economico per le casse statali.
Focalizzandoci però sul caso pensioni precoci vien da se come risulterebbe indispensabile un intervento ad hoc studiato per una categoria che i sindacati (CGIL in testa) tendono ad ignorare e che il governo punta a 'dimenticare'. E invece loro, i lavoratori precoci, ci sono, esistono e si stanno dando da fare. Uno dei gruppi più attivi nati su Facebook reca la denominazione 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'; cerchiamo di capire le loro posizioni sul DDL Damiano, sul contributivo e sulla Legge Fornero.
Novità pensioni precoci e piano Renzi, DDL Damiano, contributivo e Legge Fornero: intervista ad un'intelligenza collettiva
'Per quanto riguarda la Legge Fornero crediamo che sia eufemistico dire che la consideriamo sbagliata, ingiusta ed iniqua. Come può affermarsi che una legge del genere esista per favorire i giovani, quando ha alzato di 4, 5, 6 e più anni l'uscita dal mondo del lavoro della nostra generazione impedendo l'ingresso alle generazioni successive? La Legge Fornero è stata una mera operazione di cassa' tuonano i lavoratori del gruppo Lavoratori Precoci Uniti, che hanno poi tenuto a fare alcune precisazioni sul DDL 857 a firma Damiano: 'Studiando attentamente il DDL ci siamo resi conto che rappresentava un giusto compromesso con le nostre aspettative perché, a fianco della proposta di uscita dal lavoro relativa ai 62 anni e 35 di contributi con penalità decrescenti man mano che si alza l'età o la contribuzione, conteneva quella che per noi è irrinunciabile e cioè i lavoratori con 41 anni di versamenti contributivi possono andare in pensione a prescindere dall'età anagrafica e senza penalizzazioni. Stiamo parlando di persone che hanno iniziato a lavorare a 15/16 anni rinunciando completamente alla loro adolescenza e certamente non perché non gli piacesse la scuola o andare a divertirsi con i loro coetanei, ma perché spinti da necessità varie. Quindi sarebbe ora che lo Stato e le forze politiche tutte rendano giustizia a questi lavoratori che spesso ci hanno rimesso anche di salute'.I Lavoratori Precoci Uniti si stanno già organizzando per produrre una manifestazione di piazza che vada in scena ad autunno, quando il governo Renzi dovrà approvare la Legge di Stabilità (gli interessati possono contattare il gruppo). Ma nel frattempo non stanno a guardare. Ascoltano, si informano, studiano: 'Boeri dice che questa operazione (la Quota 41, ndr.) graverebbe sulle casse dello Stato per 8,5 mld di Euro: vorremmo far presente che la Legge Fornero permetterà allo Stato di risparmiare (con i nostri soldi) dal 2012 al 2060 350 mld di Euro. Fino al 2020 si parla invece di circa 80 miliardi di risparmi. Ecco reputiamo che l'osservazione del Presidente INPS sia un'offesa alla nostra intelligenza'. Infine un secco no al contributivo esteso (che porterebbe a tagli di circa il 35% degli assegni), un no che non viene da un singolo ma che è il frutto di quella che potremmo definire un'intelligenza collettiva: 'Apparteniamo a quella generazione nata nel dopo guerra che grazie al proprio lavoro ha portato questo paese dalle macerie ad essere una delle potenze mondiali. Non intendiamo passare in povertà quello che resta della nostra vita, i patti sottoscritti con lo Stato al momento del nostro ingresso nel mondo del lavoro erano diversi'. E vanno rispettati aggiungiamo noi.