Tra gli argomenti previdenziali più spinosi delle ultime settimane vi è certamente quello sulle uscite flessibili (Quota 97, quota 100, pensione anticipata con metodo contributivo) e il decreto sul rimborso Pensioni.

L'audizione di Boeri tenutasi il 10 giugno, su cui i lavoratori specie i precoci e gli esodati puntavano, non ha soddisfatto, anzi stando al numero uno dell'Inps la pensione anticipata sarebbe possibile unicamente attraverso l'accettazione di un assegno più basso calcolato col metodo interamente contributivo.

Ogni altra misura di uscita flessibile, stando al Presidente Inps, danneggerebbe le future generazioni in quanto troppo onerosa: la Quota 100 peserebbe sulle casse statali per 10.6 miliardi di euro e le altre forme di flessibilità circa 8 miliardi di euro. In buona sostanza chi volesse accedere prima alla quiescenza dovrebbe accontentarsi di un assegno ridotto di circa il 25/30% esattamente come avviene nell'opzione donna.

Pensione anticipata irrimandabile: Damiano sprona per le uscite flessibili ora

Damiano dal canto suo continua a rimarcare l'importanza della concessione di misure a favore della flessibilità in uscita e rilancia la pensione anticipata con Quota 97 che prevede la possibilità di accedere all'assegno pensionistico decurtato dell'8% con 62 anni d'età e 35 di contributi.

La penalizzazione pari al 2% per ogni anno di anticipo andrebbe ad azzerarsi al raggiungimento dei 66 anni attualmente richiesti.

Il sito PensioniOggi riporta le parole del Presidente della Commissione Lavoro sulla pensione anticipata Quota 97, che qui parafrasiamo: non si tratta di una proposta ad hoc per gli over 60, ma di un modello che guarda anche al futuro previdenziale italiano. Si eviterebbe, infatti, di avere una schiera di nuovi poveri tra coloro che hanno perso il lavoro e non hanno ancora raggiunto i requisiti per accedere alla pensione, e si favorirebbe il necessario turnover generazionale, completando la logica del Jobs Act.

In caso contrario il futuro sarebbe caratterizzato da fabbriche di settantenni.

Decreto rimborso pensioni: emendamenti al ddl 65/2015, si otterranno gli arretrati integrali?

Per quanto concerne il decreto sul rimborso delle pensioni 65/2015 molti gli emendamenti presentati che richiedono una tantum più generosa nei confronti dei pensionati dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco dell'indicizzazione per il biennio 2012-2013. Il M5S chiede che l'asticella del rimborso sia pari al 100% almeno per coloro che devono ottenere la rivalutazione avendo una pensione pari a 3-4 volte il minimo, altri emendamenti si accontenterebbero del 60-75%, ma per nessuno è accettabile il rimborso massimo del 40% concesso ai trattamenti tra 3 e 4 volte il minimo Inps.

Che ne sarà dell'incontro tra il Governo ed i sindacati di oggi intorno al tema del rimborso pensioni e cosa deciderà di fare l'esecutivo Renzi sulle uscite flessibili dopo i pareri dati dall'autorevole professore bocconiano? I lavoratori e i pensionati sperano che su entrambi i fronti le cose possano mutare a loro favore nel più breve tempo possibile, soliti illusi?