La tempistica dell'approvazione della riforma scuola Renzi per il 2015 è già segnata: il 7 luglio ci sarà l'ultimo passaggio alla Camera, un atto praticamente formale, e poi tra l'11 e il 12 luglio vi sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È chiaro come la lotta politica sia stata persa e come il PD di Renzi sia riuscito ad imporre una riforma della Scuola, tra le più impopolari degli ultimi anni. Le domande che ci si pone, nel mondo della scuola, riguarda il concetto stesso di democrazia: una protesta unitaria come non la si vedeva da anni non è servita a bloccare il processo di riforma, il margine della protesta e della proposta dal basso è stato ridotto a zero.

L'Unicobas, però, non si arrende e lancia una proposta su come bloccare le scuole all'inizio del prossimo anno scolastico. Difficile comprendere se gli insegnanti avranno la forza di continuare la battaglia o decideranno di arrendersi.

News riforma scuola Renzi per il 2015: proposte Unicobas

L'Unicobas ha annunciato quale potrebbe essere la strategia dal basso per riuscire a bloccare la riforma scuola 2015 di Renzi. Il segretario nazionale, Stefano d'Errico, è molto duro e spiega come si potrebbe agire. In primo luogo, i docenti dovrebbero rifiutare ogni forma di collaborazione con il Dirigente Scolastico, quindi dimettersi da incarichi come la vicepresidenza e comunque rifiutare sempre ogni indicazione che non rientri nei propri compiti.

In secondo luogo, rifiutare tutte le funzioni obiettivo ed evitare di svolgere attività aggiuntive come i vari progetti scolastici e soprattutto gli straordinari cui spesso sono chiamati gli insegnanti. Infine, rifiutare le sostituzioni ai propri colleghi, non partecipare alle gite scolastiche e portare avanti una vera e propria battaglia contro i libri di testo dell'industria libraria.

È chiaro, come del resto accade in ogni settore, che i docenti svolgono attività che non sono dovute ma che vengono prestate per il funzionamento dell'istituzione scolastica: se si vuole dare un segnale forte contro la riforma scuola 2015 di Renzi, bisogna, secondo d'Errico, rifiutarsi di svolgere qualsiasi mansione extra.

Il momento è decisivo e, se il governo Renzi ha lanciato una sfida autoritaria, l'unica risposta è quella della lotta permanente e continua nel posto di lavoro. Difficile, comunque, immaginare che realmente i docenti possano portare avanti queste forme di protesta: lo sfinimento della battaglia persa e la volontà di tornare ad una qualche forma di normalità probabilmente avranno la meglio. Per l'Unicobas si tratta di provare il tutto per il tutto: la scuola rappresenta il futuro del paese e questa riforma della scuola sembra distruggere ogni concezione pubblica e democratica dell'istituzione.

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