La situazione è sempre più complessa e sembra che si stia sempre di più andando verso uno scontro parlamentare e politico all'interno del PD: la riforma scuola 2015 non è un assumificio, questo il responso di Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'Istruzione e fedelissimo di Renzi. Dal canto suo, uno dei dissidenti più agguerriti, Fassina, ritiene che si potrebbe giungere ad un accordo aggiungendo soltanto quattro emendamenti che risolvano i nodi più critici: dall'assunzione dei precari della seconda fascia delle Graduatorie d'Istituto alla limitazione dei privilegi e dei benefici dei presidi-manager.

Il governo molto probabilmente apporrà la fiducia sul provvedimento, giocando sul fatto che nessuno potrà votare contro il piano assunzioni di 100mila precari: intanto, però, le immissioni in ruolo potrebbero arrivare comunque per decisione giuridica e per naturale turnover. Ma c'è ancora un altro scenario: la fiducia potrebbe non arrivare, cosa succederebbe?

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L'ipotesi è ovviamente di puro ragionamento: se Renzi deciderà di apporre la fiducia alla riforma Scuola 2015, lo farà soltanto con la sicurezza di avere i numeri adeguati. Certo, potrebbe succedere di tutto, dal momento che il fronte interno contro il premier è sempre più agguerrito e partecipato: se la "Buona scuola" non dovesse superare lo scoglio della fiducia, si andrebbe molto probabilmente verso una fase di instabilità politica, che potrebbe sfociare nello scioglimento delle Camere ad opera del presidente Mattarella e alle elezioni in autunno.

In questo scenario, forse poco probabile, sarebbe sicuramente rinviata la riforma della scuola e questo potrebbe causare non pochi problemi: il destino dei docenti precari delle GI sarebbe particolarmente oscuro, le assunzioni non arriverebbero e slitterebbe anche la possibilità di un concorso scuola. C'è poi l'incognita delle eventuali elezioni: è probabile che un prossimo governo ritenga più importanti, nell'immediato, altri provvedimenti, lasciando la scuola con i suoi problemi oramai cronici da anni.

Si tratta, allora, sempre di più di uno scontro politico: Renzi è convinto di farcela, ma un altro scenario possibile è che, senza i numeri adeguati, si decida di bloccare il processo parlamentare e di rinviare tutto il "pacchetto", dalle assunzioni alla riforma scuola 2015 vera e propria. Resta un dato di fatto: il confronto non c'è stato, il mondo della scuola è ancora in mobilitazione e le manifestazioni per bloccare il processo sono ancora moltissime.

L'invito dei sindacati è all'unità: non ha senso la guerra tra poveri, cioè tra precari di diverso percorso, così come la sta intendendo il governo.

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