In seguito alla presentazione di 3000 emendamenti finalizzati ad apportare delle modifiche al Ddl Scuola, che potrebbe determinare lo slittamento o, addirittura, l'annullamento del piano delle assunzioni dei precari della scuola, martedì i relatori Francesca Puglisi e Franco Conte presenteranno in commissione al senato un maxiemendamento con l'obiettivo di smussare i punti di conflitto e trovare un punto di incontro con i gruppi di opposizione. Qualora l'opposizione non si dimostrasse disposta a collaborare, si ipotizza di portare in aula il testo della riforma e mettere comunque la fiducia tra giovedì e venerdì prossimo.

Il M5S punta a impedire che si voti la fiducia

In base a quanto emerso nel portale Orizzonte Scuola, l'onorevole Chimienti ha proclamato l'intenzione del M5S di impedire ad ogni costo che si voti la fiducia, puntando al ritiro del Ddl. Ecco cosa ha dichiarato apertamente la Chimienti: "Se ci dobbiamo incatenare, lo faremo. Sono mesi che cerchiamo di farci sentire, in Parlamento, nelle piazze. Renzi ha annunciato una consultazione a inizio luglio, ora si rimangia di nuovo tutto e dice che entrò la prossima settimana il ddl verrà approvato con la fiducia".  Per la rappresentante del M5S, il fatto che il premier chieda la fiducia non è altro che l'ennesimo schiaffo al mondo della scuola, ai docenti, al personale Ata, a genitori e studenti, i veri interessati al ritiro del Ddl.

Se verrà messa la fiducia, l'onorevole Chimienti si dichiara pronta ad incatenarsi al Senato, così come è successo alla Camera per il Jobs Act, che poi è stato comunque approvato.

Pietro Grasso s'accoda alla protesta

In base alle indiscrezioni emerse su RaiNews, a richiedere che venga evitata la fiducia nell'esame del ddl scuola a palazzo Madama anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, che spera si possano trovare, durante la discussione in Aula, modifiche condivise dai vari gruppi.

Ad opporsi radicalmente alla piega che il premier Matteo Renzi ha impresso a tutta la questione, Susanna Camusso, leader della Cgil. Come riporta l'Ansa, così la Camusso ha bollato la decisione del premier: "Mi suona come una gigantesca presa in giro. E' sempre più insopportabile", non tralasciando di sottolineare il fatto che al sindacato non sia giunta nessuna convocazione per un confronto e che, di conseguenza, stia venendo meno la condizione di rispetto dei soggetti collettivi. Nel frattempo, continuano in tutta Italia le manifestazioni di protesta da parte degli addetti ai lavori appartenenti al mondo della scuola, che chiedono al governo il ritiro del disegno di legge.