La riforma Scuola 2015, dopo l'apposizione della firma di Sergio Mattarella, è divenuta legge dello Stato, si attende soltanto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le criticità di questo processo riformatore sono state da più parti sollevate, ma, a questo punto, occorre discutere soprattutto di alcuni meccanismi che verranno profondamente rivoluzionati dalla "Buona Scuola" di Renzi-Giannini. Uno dei nodi più complessi e intorno al quale si attende un intervento del legislatore in tempi brevi riguarda la nuova concezione della "mobilità": la costituzione degli ambiti territoriali e, contemporaneamente, il meccanismo della chiamata diretta da parte dei presidi-manager provocano una serie di contraddizioni all'interno del sistema che possono essere sanate soltanto da interventi concreti e immediati da parte del Governo.

L'allarme viene già lanciato da più parti: l'anno scolastico 2015-2016 inizierà all'insegna del caos. Sarebbe auspicabile, comunque, che, almeno su queste questioni di carattere più "tecnico" e meno "politico", vengano convocati per le discussione anche i sindacati e i rappresentanti delle associazioni del mondo della scuola. Che insomma vengano inseriti all'interno del percorso legislativo tutti coloro che la scuola la vivono nel quotidiano.

Riforma scuola 2015: GI, mobilità e chiamata diretta

La prima questione che pone la costituzione degli ambiti territoriali è la seguente: se il preside-manager potrà scegliere i propri docenti a partire dal curriculum, quale sarà il destino delle Graduatorie d'istituto?

O, per meglio dire, avranno ancora senso le GI? Lo scenario è duplice: se dovessero essere mantenute si dovrebbe andare verso un sistema con doppio canale che però dovrà essere normato, per definire le priorità; se dovessero essere abolite, significherebbe che tutti i docenti delle GI, al di là del punteggio posseduto, sarebbero sullo stesso piano.

La chiamata diretta, infatti, inserisce nel modello scolastico un principio di arbitrarietà: il preside-manager potrà scegliere un docente per il suo curriculum e non più per il suo punteggio. La questione, comunque, non è stata chiarita ma sembra che si vada in direzione della seconda opzione. In questo senso, andrebbe aperto anche il capitolo sui cosiddetti "sovrannumerari".

Ma le questioni sono molteplici. Al momento e con l'approvazione della riforma scuola 2015, mancano criteri oggettivi medianti i quali gli USR potranno lavorare sull'assegnazione dei docenti che non sono stati oggetto della chiamata diretta da parte dei presidi-manager. Quale sarà il loro destino? In più, non è chiaro quale potrà essere il trattamento in casi di maternità e soprattutto per quanto riguarda coloro che usufruiscono della famosa legge 104 del 1992.

I nodi irrisolti, dal punto di vista tecnico, sono soprattutto procedurali e sembrano inserire più confusione che razionalizzazione del sistema. Sui nodi "politici" si sono spese già molte parole e anche in quella direzione si attendono le decisioni di sindacati e associazioni.

Un dato sembra certo: l'anno scolastico 2015-2016 inizierà nel caos più totale.

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