La crisi greca, che sta facendo preoccupare non poco l'Unione Europea, si intreccia con il dibattito sulla riforma del sistema previdenziale italiano. La stessa UE avrebbe imposto al governo Renzi diversi paletti cui attenersi relativamente all'eventuale spesa che si dovesse verificare nel caso di approvazione di una riforma dell'attuale legge pensionistica.

Il governo Renzi sembra piuttosto favorevole all'applicazione del metodo contributivo per tutti

Forse, proprio per questo, il sistema di uscita flessibile con l'utilizzo di quote, presentato da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, non sembra trovare spazio nel pacchetto di riforme previdenziali che Tito Boeri presenterà ufficialmente alle Camere il prossimo 8 luglio.

C'è da dire che la proposta di Damiano ha trovato ampio sostegno da parte dei sindacati e dal Parlamento ma difficilmente potrà essere accolto favorevolmente dall'Esecutivo guidato da Matteo Renzi. Il premier sembrerebbe orientato a dare credito ad una modifica delle norme previdenziali che prevedono il ricalcolo dei trattamenti pensionistici utilizzando il metodo contributivo per tutte le persone che decidono di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei requisiti previsti dalla legge Fornero, anche perché troverebbe l'appoggio dichiarato di Bruxelles.

Con il metodo contributivo, i lavoratori precoci sarebbero i più penalizzati

Con l'applicazione di questa ipotesi i lavoratori precoci, forse, sarebbero i più penalizzati, dato che senza la cosiddetta Quota 41, cioè la possibilità di andare in pensione considerando solamente i versamenti contributivi senza tenere in considerazione l'età anagrafica, andrebbero a prendere un assegno pensionistico che non ricoprirebbe quanto versato durante la loro attività lavorativa, tenendo conto delle stime sull'aspettativa di vita.

Vedremo nei prossimi mesi come il governo Renzi affronterà la questione, tenendo conto dei rimborsi che le casse dello Stato dovranno versare il primo agosto ai pensionati e anche della sentenza della Consulta che ha sbloccato gli stipendi dei dipendenti pubblici.