"Nel sistema previdenziale ci sono ancora contraddizioni e ingiustizie grandi e piccole. Alcune sono di difficile soluzione, altre invece sono facilmente risolvibili. Anzi, sarebbero già risolte se prevalesse l'interpretazione corretta delle norme e si evitasse di sollevare questioni di copertura economica non fondate. Una di queste è la cosiddetta opzione donna": sono le parole pronunciate dall'On. Anna Giacobbe nella giornata di ieri, presso la Camera dei Deputati. La parlamentare ha sottolineato come una soluzione della vicenda porterebbe a numerosi vantaggi, perché l'opzione donna consentirebbe di raggiungere contemporaneamente numerosi riscontri positivi.

Per questo motivo, l'esponente del PD ritiene "necessario e del tutto possibile che la questione venga rapidamente risolta, sanando un'ingiustizia". In questo modo, "si eviterebbe il contenzioso, si agevolerebbe una forma flessibile di uscita dal lavoro, si libererebbero posti di lavoro per i giovani e si realizzerebbe a regime una riduzione netta della spesa previdenziale".

Prosegue l'attività della Commissione lavoro in favore del meccanismo di prepensionamento delle lavoratrici

Stante la situazione, bisogna sottolineare come la Commissione lavoro abbia deciso di far esprimere tutti i Parlamentari partecipanti in favore di uno sblocco della situazione, sollecitando così l'esecutivo a intervenire per sanare definitivamente la questione.

Nella giornata di ieri, sulla vicenda, si è registrato anche l'intervento dell'On. Davide Tripiedi del Movimento 5 stelle, che ha "invitato il Governo a dare una soluzione a queste donne già martoriate dalla riforma Fornero, sapendo anche che  in Commissione c'è il buon senso di voler dare la possibilità alle donne di andare in pensione.

Invitiamo pertanto l'Inps" ha concluso il parlamentare "a modificare le circolari citate in precedenza". È opportuno infine evidenziare come in base ai conteggi prodotti negli scorsi giorni dal Presidente della Commissione Damiano e dall'On. Gnecchi, sulla tutela dei pensionandi vi sarebbero ancora risorse accantonate e non spese per 976 milioni, utilizzabili quindi per assicurare le adeguate coperture al provvedimento di prepensionamento, fatto che li ha portati a dichiarare come "non ci siano alibi per dire no a questa richiesta".

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