Bisogna "agire e discutere con grande misura, per evitare di alimentare paure ingiustificate, ma anche aspettative ingiustificate. C'è bisogno di intervenire su molti versanti" ha spiegato nell'ultima settimana il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, sottolineando come il Governo Renzi non sia ancora arrivato a prendere una decisione definitiva sulle tante proposte in arrivo dal mondo della politica e dai vari tecnici che si occupano di analizzare le questioni previdenziali. Al momento sembra che il maggiore scontro ideologico sussista su due diverse correnti di pensiero, ovvero chi ritiene opportuno procedere alla flessibilizzazione dell'accesso alla pensione tramite il ricalcolo contributivo delle mensilità erogate e chi invece vorrebbe realizzare un provvedimento sulla linea della cosiddetta quota 100, ultimamente rivista al livello 97, oltre che l'opzione di prepensionamento con 41 anni di contribuzione per i lavoratori precoci.
Uscite anticipate e riforma della previdenza: si accende lo scontro sul sistema contributivo
Al momento gli scontri maggiormente accesi restano tra sostenitori e detrattori del sistema contributivo proposto dal nuovo Presidente Inps, un meccanismo che consentirebbe a molti lavoratori di uscire dal lavoro già attorno ai cinquantasette o cinquantotto anni di età, sebbene al caro prezzo di un ricalcolo della mensilità attraverso dei coefficienti parametrati alle aspettative di vita del futuro pensionato. Un sistema che avrebbe il vantaggio di garantire la sostenibilità delle casse Inps nel lungo periodo, ma che andrebbe a pesare ancora una volta sui lavoratori, realizzando tagli importanti sulle mensilità erogate, che secondo i sindacati potrebbero arrivare a decurtare anche il 30% delle future Pensioni.
Il meccanismo di ricalcolo contributivo resta al centro delle discussioni, il commento dell'ex Presidente Dini
Sul tema della riforma previdenziale è intervenuto recentemente anche Lamberto Dini, protagonista di una delle principali svolte sulla riforma previdenziale risalente al 1995, mostrando i propri dubbi sulle parole pronunciate dal Presidente dell'Inps.
"Boeri fa demagogia perché sostiene di tassare le pensioni più alte come se questi non avessero pagato i contributi a norma di legge" spiega Dini, così come riportato sul quotidiano Il Foglio, specificando che si tratta di "demagogia incostituzionale. Mi auguro che Renzi lo sostituisca". Parole che mettono in evidenza come il clima politico e istituzionale sulla previdenza resti molto teso e il lavoro del Governo per giungere ad un compromesso condiviso da tutti appaia ancora molto lungo e complesso.
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