Parte il piano di assunzioni per la Scuola italiana con l'immissione in ruolo degli idonei del concorso 2012 e in rete esplode la rabbia e il malcontento dei docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Loro un concorso lo avevano già vinto e per questo erano stati collocati in queste graduatorie che allora erano denominate permanenti; furono chiuse poi nel 2006 per poterne consentire il graduale esaurimento in ruolo negli anni a venire. La cecità del Miur e delle politiche dei governi succedutisi da quello Prodi in poi ne decretarono la continuità in vita ma senza mai provvedere allo svuotamento annunciato.

Su orizzontescuola viene pubblicata la lettera di sfogo di uno di loro dove in 10 punti dettaglia l'incostituzionalità della precedenza alle nomine che il governo riserva agli idonei del 2012. E adesso è bufera sulla questione idonei del concorso Monti.

Proponibilità del ricorso

Le fragili certezze degli idonei ora potrebbero venire giù completamente di fronte ad un possibile ricorso contro la discriminazione che si è venuta a creare nei riguardi di coloro che si trovano nelle graduatorie ad esaurimento che, per accettare il ruolo nell'istruzione, dovranno con tutta probabilità trasferirsi a migliaia di chilometri da casa. Per cercare di capire se le loro proteste possono trovare accoglimento al Tar piuttosto che al Giudice del lavoro mediante un ricorso d'urgenza ex art.

700 cpc., siamo andati a consultare un parere legale ospitato all'interno di tuttoscuola.com cortesemente fornito dall'avv. Elena Spina.

Il parere dell'avvocato

L'avvocato Elena Spina inizia il suo ragionamento dicendo che le Gae si cancellano senza precisare se si esauriscono. Qui si trova la prima criticità alla legge nel passo in cui non si garantisce l'assunzione a chi si trova iscritto nelle Gae, o perlomeno a chi vi resta dopo le prime fasi di avvio del piano assunzionale.

Già qui sorgono dei dubbi di costituzionalità perché viene a configurarsi una ennesima e palese discriminazione, senza trascurare il fatto che si persevera ad ignorare la sentenza europea in merito ai diritti quesiti ampiamente riconosciuti. Il precariato deve essere eliminato ma con questa legge ciò non avviene. Nella fattispecie si configura la violazione degli articoli numero 3 e numero 97 della Costituzione.