La dimostrazione che quelle del governo sono molto spesso promesse di tipo programmatico funzionali a garantirsi voti è contenuta in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera dello scorso 30 aprile 2014. Allora il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini annunciava trionfante che nella primavera del 2015 sarebbe stato bandito un concorso per consentire agli idonei del 2012, esclusi dalle immissioni in ruolo programmate con la legge appena passata in parlamento, di avere un'altra opportunità. Si tratta di un contingente di 7.000 aspiranti professori, gli idonei delle Graduatorie di merito del concorso Monti.
Gli altri 4000 sono stati folgorati sulla via di Damasco e colpiti da inaspettata fortuna. Non si sa in base a quale criterio ma sta di fatto che si aggiungeranno ai vincitori di quel concorso e rientreranno nel mega piano assunzionale 2015/2016.
Discriminazione tra idonei
Qui una domanda sorge spontanea tra gli insegnanti precari disseminati tra le varie graduatorie di istituto e ad esaurimento. Ci si chiede come sia possibile che una legge dello stato si ponga in aperta contrapposizione col decreto di un bando di concorso che non prevedeva il ruolo per gli idonei del 2012, andando a ledere i sacrosanti diritti di coloro che dalle Gae attendevano la chiamata e invece, a causa dello scavalcamento subito ad opera di quei 7000 beneficiati dal governo, retrocedono nelle posizioni di coda.
Anche l'allora ministro Profumo era stato chiaro quando a Repubblica dichiarava che chi non ce la faceva avrebbe potuto rifare un concorso dopo altri tre anni. Appare lecita la richiesta di chi si trova nelle Gae di far rilevare vizi di incostituzionalità palesi in questa situazione.
Disapplicazione dubbia
In qualsiasi testo di diritto amministrativo si legge che il bando di un concorso è un atto di tipo amministrativo.
Su Iusexplorer.it viene precisato che si tratta del primo atto di tutta una procedura di tipo concorsuale che disciplina i requisiti da possedere, le norme di ammissione e di valutazione finale. Viene anche detto che la P.A. non può disapplicare i bandi né operare in contrasto con regole autoimposte. Fermo restando che solo un avvocato può illuminare su quanto viene a delinearsi, non appare scorretto dire che sarà la P.A.
nelle vesti del Miur a dover violare quello che viene definito come un autovincolo, in ragione di quanto disposto dalla recente legge Scuola per gli idonei del 2012.
Doppia violazione
I docenti fanno rilevare che sono due le violazioni commesse ammettendo quel contingente ridotto di idonei. Una è rivolta agli esclusi che vengono rinviati ad un concorso successivo e già per questo motivo essi potrebbero fare ricorso. L'altra rientra nel novero delle discriminazioni perché esclude illegittimamente altri 4000 docenti della Gae che attendevano l'immissione in ruolo. Anief ha già fatto sapere che ha pronti altri ricorsi al Consiglio di Stato per aprire le porte delle Gae.