Proseguono senza interruzione di continuità le diatribe sulla riforma Pensioni ed in particolare gli occhi sono tutti concentrati intorno alle possibili misure di flessibilità in uscita. Lo scenario attuale vede da un lato i 'pensionandi', specie i lavoratori precoci, i sindacati e Damiano che richiedono incessantemente l'uscita anticipata con il sistema delle Quote (100/97/41) e dall'altro Poletti e Renzi che seppur favorevoli alle misure di flessibilità in uscita prendono tempo. Il Ministro del lavoro Poletti dopo l'incontro del 16 luglio con i sindacati, che ha deluso profondamente i lavoratori che confidavano si parlasse già di Quota 100 e 41, ha comunque ribadito la volontà del Governo, subito dopo l'estate, di incontrare Cgil, Cisl e Uil al fine di trovare punti comuni per riformare l'attuale sistema pensionistico italiano in vista della prossima Legge di Stabilità.

Il tempo di attesa sarebbe determinato unicamente dall'attuale istruttoria in corso da parte del Mef; grande allarmismo invece stanno creando le ultime dichiarazioni del Premier Renzi che nel corso dell'Expo di Milano, all'assemblea nazionale dem, ha annunciato la sua "rivoluzione copernicana" che non prevede interventi sulle pensioni fino al 2018.

Ultime novità Riforma pensioni Renzi: a quando gli interventi urgenti? precoci fremono

I lavoratori precoci iscritti al gruppo Facebook ' lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' non ci stanno a sentir parlare di ulteriore rinvio o addirittura di una manovra che potrebbe avere origine solo dal 2018 e sono pronti a manifestare a Roma pur di far sentire la propria voce, alcuni hanno anche proposto di contattare un avvocato in privato per intraprendere una sorta di class action a tutela dei 40/41 anni di contributi versati.

Non è possibile, dicono, sentir parlare di pensione anticipata o di penalizzazioni solo perché anagraficamente giovani dopo aver versato 41 anni di contributi.

Damiano sposa da sempre la lotta dei precoci e per tutelare i loro diritti si è detto non solo completamente contrario al contributivo proposto da Boeri ed ai tagli del 30% , ma come i sindacati continua a dirsi convinto che la pensione con Quota 41 dovrebbe essere permessa  indipendentemente dall'età anagrafica del richiedente.

Se la pensione deve essere proporzionale ai contributi versati, ci viene da aggiungere, nessuno più dei precoci merita la quiescenza piena.

A seguito dell'incontro tra Poletti e i sindacati, Cesare Damiano ha ribadito inoltre la necessità di continuare questo tipo di confronti e di allargarli quanto prima al tema della flessibilità in uscita, riconsiderando anche la Quota 97 ( 62 anni più 35 di contributi con una penalità massima dell'8%).

Si riuscirà dopo l'estate a riprendere seriamente il tavolo di confronto tra esecutivo e parti sociali al fine di arrivare ad una riforma pensioni tale da meritare questo nome?