Ricorsi, ricorsi ed ancora ricorsi. Ci attendono mesi particolarmente 'vivaci' per quanto concerne i ricorsi contro la riforma Buona Scuola ed in particolar modo contro la normativa riguardante le assunzioni che limiteranno la scelta dei docenti ai soli iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento.
A giusta ragione, tutti gli altri precari 'condannati' all'unica strada del concorso, cerca di appellarsi in qualunque modo possibile, alle ingiustizie subite. La clamorosa e storica sentenza emessa dal Tribunale di Cremona a favore di un docente abilitato TFA a cui è stata autorizzata l'iscrizione (urgente, a pieno titolo e senza alcuna riserva) nelle GaE, potrebbe scatenare ancora di più la corsa...al ricorso.
Se una volta, però, erano di moda i cosiddetti ricorsi 'collettivi' dove ai richiedenti veniva chiesto un piccolo sforzo economico, ora le azioni legali sono sempre più individuali ma anche più costose: l'elemento a favore è rappresentato dal fatto di poterne trarre un vantaggio personale, a scapito dei 'colleghi', spesso in una sorta di 'mors tua, vita mea', anche se l'espressione potrebbe apparire un po' troppo dura.
Assunzioni riforma Buona Scuola: i ricorsi dei precari contro le ingiustizie del governo
E allora, come in una sorta di 'boutique del ricorso', i sindacati mettono in vetrina tutte le loro 'offerte speciali', adatte per qualsiasi problema del docente precario. Se possedete un'abilitazione (TFA, PAS), si può far ricorso per ottenere l'inserimento nel piano assunzioni; la stessa cosa dicasi per tutti coloro che hanno più di 36 mesi di servizio e che non sono compresi nella graduatoria del concorso 2012 e tanto meno nelle GaE.
E che dire allora del ricorso contro la normativa che attribuisce per le fasi di assunzioni b) e c) la priorità a coloro che sono inclusi nelle graduatorie del concorso 2012 rispetto a quei docenti inclusi nelle GaE, venendo meno alla procedura fino ad ora adottata delle quote paritarie al 50% tra concorso e Graduatorie ad Esaurimento?
E via dicendo con tutti gli altri 'bouquet' offerti dai sindacati, pronti a soddisfare qualsiasi 'caso particolare e difficile', anche tra quelli non contemplati e più comuni.
Insomma, la legge Buona Scuola, anzichè riuscire ad eliminare il precariato, come vanto del governo durante la campagna pubblicitaria a favore della riforma, è riuscita nell'impresa di scontentare quasi tutti e di dare il via alla guerra dei ricorsi. Una sorta di 'coperta corta' che finirà per non accontentare nessuno o quasi.
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