Importante successo giudiziale quello ottenuto dai precari di Venezia sull'onda di quanto già accaduto a una docente di Torino e ad un'altra insegnante di Livorno, come illustrato nei nostri articoli precedenti. Questa volta è stata la Corte d'Appello di Venezia ad aver rigettato il ricorso presentato dal Ministero dell'Istruzione che si era opposto alla sentenza di condanna di primo grado emessa in precedenza nei suoi confronti per la ricostruzione di anzianità e carriera.
Un centinaio di insegnanti, infatti, erano riusciti a strappare giudizio favorevole dal Tribunale di Venezia che aveva riconosciuto loro gli anni di lavoro svolti sotto contratto a termine ai fini della progressione in carriera. Il Miur, però, aveva provveduto ad impugnare la sentenza in appello, salvo poi, come detto, vedersi confermare definitivamente la 'vittoria' dei ricorrenti.

Precari veneziani, vittoria sul Miur: Gilda 'Ora avanti con gli altri ricorsi'

Si tratta di un successo 'sudato', visto che la prima sentenza risale addirittura al 22 luglio 2012. L'avvocato della Gilda insegnanti veneziana, Alessandra Michieletto, ha sottolineato la grandissima importanza di questa sentenza per tutti quei docenti che, hanno alle spalle, simili esperienze ovvero anni di precariato non riconosciuto alla stessa stregua dei contratti a tempo indeterminato.
Ricordiamo, infatti, che i precari che prestavano servizio dietro sottoscrizione di un contratto a termine, lavoravano con uno stipendio base non soggetto ad alcun aumento legato agli scatti di anzianità. 

Sentenza Corte Europea a favore dei precari importante per la vittoria

Gli insegnanti di Venezia che hanno ottenuto questo importantissimo riconoscimento legale sono intenzionati, ora, a presentare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale visto che, per arrivare alla conclusione della vicenda, ci sono voluti diversi anni. 
Non dimentichiamo che il lieto fine della causa istruttoria è stato, senza dubbio, facilitato dal contenuto della sentenza della Corte Europea, datata 26 novembre 2014, dove viene condannata l'Italia per abuso di contratti a termine.