Non sarà il 2015 l'anno giusto per fare partire la riforma della scuola firmata dal governo Renzi e dal ministro Giannini. Comunque non sarà l'anno della svolta per tutti i precari che, alla proposta del governo Renzi sono stati costretti ad opporre il gran rifiuto per motivi logistici. Tra coloro che hanno rifiutato ci sono coloro che sono rimasti sulle barricate della vecchia graduatoria ad esaurimento, in attesa che le cose possano migliorare col tempo, cioè gli insegnanti costretti, loro malgrado, a dovere rifiutare l'occasione di una immissione a ruolo, decidendo di rimanere supplenti.

La notizia dell'ultim'ora è che il Miur, consentirà ai neoassunti di potere usufruire ancora di incarichi di supplenza fino a giugno 2016, dando il tempo fino a settembre 2016 a coloro che intenderanno accettare l'immissione a ruolo, sulla falsariga di quanto avvenne per l'avvio degli albi territoriali e per la 'chiamata diretta' da parte dei presidi, che sarà attuata solo nel settembre del 2016.

Dunque la riforma partirà solo per metà, mentre tutto verrà rimandato al 2016, ma c'è chi giura che sarà necessario ancora un altro anno affinchè la Scuola 'reale' possa armonizzarsi con la svolta impressa dal governo Renzi, sempre che, entro settembre 2016, non arrivi un nuovo governo a stravolgere tutto.

Il caos di una riforma confusa e superficiale

Intanto tra annunci e smentite, il caos regna sovrano, con un governo incapace di gestire, a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, tutte le incomprensioni e gli inevitabili malumori del personale docente, disorientato da una riforma confusa, carica di ambiguità e di punti oscuri.

Il governo dichiara di non comprendere come il corpo docente possa lamentarsi di una riforma che stabilizza i precari, mentre molti insegnanti rinunciano al 'posto fisso' perchè non vorrebbero stravolgere la propria esistenza, trasferendosi altrove.

Il testo normativo che prevede le quattro fasi per la stabilizzazione dei precari è stato licenziato in modo troppo frettoloso e superficiale da parte del governo, con tanti insegnanti che, dopo avere presentato la domanda per le fasi B e C, non hanno ancora avuto risposta sulla propria destinazione. L'autunno che verrà, per la scuola italiana si annuncia davvero 'caldo' e carico di tensioni.