Sale sempre più alta la protesta dei No dei docenti precari alla presentazione della domanda di immissione in ruolo: una scelta dolorosa, difficile da accettare, specie per chi da tanti anni ha inseguito questo sogno e adesso, a pochi metri dal traguardo, sta letteralmente svanendo nel nulla.

Si insiste a parlare di 'ricatto', di 'deportazione obbligata', di 'subdola guerra psicologica' ma sono in molti ad aver preso la decisione di rinunciare a quella che, invece, il ministro Stefania Giannini ha definito come un'opportunità a cui non vale la pena dire di no.

Gli insegnanti avrebbero voluto un piano pluriennale di assunzione e, invece, con la Buona Scuola è arrivato questo 'prendere o lasciare' che assomiglia ad un vero e proprio ultimatum: o accetti dove ti mandiamo noi oppure resterai a casa per sempre.

Ad aggravare ancora di più la situazione, c'è il totale silenzio da parte del Miur per quanto riguarda il diritto ad ottenere avvicinamenti a casa, in base a quanto previsto dalla legge N. 104: insomma, nessuna eccezione, anche per chi deve combattere quotidianamente con gravi problemi familiari.

Scuola, piano assunzioni Miur: sindacati 'La colpa non è nostra'

La situazione si sta facendo ancora più tesa in relazione alla risposta dei sindacati che, dopo un fermo e deciso NO iniziale, ora non se la sentono più di continuare su questa strada perchè si stanno rendendo conto che la posta in palio è davvero alta.

Antonio Cucinella, rappresentante della Flc-Cgil Roma e Lazio, ha cercato di spiegare che la colpa non è dei sindacati, ma di una legge completamente sbagliata.

Il problema principale deriva dal fatto che non esistono certezze, anche perchè, ogni qualvolta, i sindacati hanno chiesto di poter discutere un piano di stabilizzazione serio e ragionato, il governo ha sempre chiuso la porta a chiave, con doppia mandata. Cucinella non può fare a meno di ragionare sulla madre di tre figli che, piangendo, implora aiuto in quanto giustamente non vuole trasferirsi a Belluno: eppure, anche di fronte a questi casi, il sindacato consiglia di riflettere bene perchè si potrebbe perdere definitivamente la possibilità di essere assunti.

Assunzioni scuola e chiamata diretta presidi: il pericolo delle 'mafie'

Margherita Franzese, presidente dell'associazione sulla scuola Illumin'Italia fa presente un altro pericolo da non sottovalutare, soprattutto nelle regioni del Sud: un pericolo che può scaturire dal fatto che sarà il dirigente scolastico a decidere chi saranno gli insegnanti che faranno parte della sua squadra.

C'è il timore che il preside possa subire forti pressioni dall'esterno nella scelta del personale, soprattutto nel caso in cui uno 'sponsor' decidesse di elargire un finanziamento all'Istituto chiedendo, magari, in cambio qualche 'favore' per l'amico e la conoscente. In zone dove il lavoro è un vero e proprio miraggio, l'influenza delle 'mafie' potrebbe farsi sentire pesantemente.