La riforma della Pubblica Amministrazione ha dato il via libera alla cosiddetta staffetta generazionale. Per i lavoratori prossimi alla pensione non ci sarà un prepensionamento, ma un part time. L’operazione, se funzionerà, porterà all’assunzione anticipata di nuovo personale. Questo punto della riforma è stato aspramente contestato dalle opposizioni di governo che hanno anche proposto emendamenti correttivi che sono stati puntualmente bocciati dalla maggioranza.

Come funziona la staffetta

La riforma della Pubblica Amministrazioneoffre ai lavoratori statali che sono prossimi al pensionamento di optare per la riduzione dell’orario di lavoro: in pratica, sarà consentito ai vecchi lavoratori di cambiare l’orario di lavoro scegliendo il part time al posto dell’orario pieno e le ore lavorative in meno saranno coperte dai nuovi assunti.

Abbiamo detto che è una opzione perché sarà il lavoratore anziano a scegliere se passare all’orario ridotto. La scelta non potrà essere cambiata, una volta passati al nuovo orario non sarà possibile tornare indietro.

Cosa cambia per i lavoratori

Oltre all’orario di lavoro e naturalmente allo stipendio, l’operazione comporterà anche una variazione della contribuzione ai fini pensionistici. Se il lavoratore non vorrà vedersi ridurre l’assegno pensionistico per colpa del part time, esso dovrà provvedere a versare parte dei contributi. Infatti la differenza tra i contributi da orario di lavoro pieno e quelli da part time non sarà versata dall’Ente, ma dal lavoratore sotto forma di versamenti volontari.

È su questo punto che le opposizioni hanno duramente contestato il provvedimento. Non si capisce perché si abbassa l’orario di lavoro, lo stipendio, ma non i contributi da versare e soprattutto perché gli stessi siano a carico del lavoratore.

Cosa succederà?

Il timore è che questo sia un altro provvedimento inutile, che riscontrerà poco appeal nei lavoratori.

Oggi è difficile credere che un lavoratore statale, anche se stanco da anni ed anni di lavoro, ormai vicino alla pensione, scelga di lavorare solo part time, di vedersi ridurre lo stipendio e di versare altre 350 euro di contributi di tasca propria. Finirà come per l’anticipo del TFR in busta paga? In quel caso pochissimi lavoratori hanno scelto di incassare la liquidazione mese per mese in busta paga con una piccola riduzione.

Anche con questo provvedimento, non è che si facciano tanti salti di gioia. Il provvedimento da questo punto di vista però è stato chiarissimo. Sì alle nuove assunzioni, sì alle richieste di part time, ma senza ulteriori costi per la Pubblica Amministrazione. Come dire: “volete nuovi posti di lavoro o prepensionamenti? Pagateveli voi”.