In un intervento recente, il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, colui che è stato cofirmatario della proposta Damiano per la riforma delle Pensioni 2015 tramite un meccanismo di flessibilità in uscita con penalizzazione del 2% per ogni anno di 'anticipo', ha anticipato quali sono le ipotesi al vaglio del governo Renzi sul tema previdenziale. Il momento della stesura della legge di stabilità 2016 si avvicina sempre di più ed è probabile che il premier Matteo Renzi prediliga una 'strategia dell'ultimo minuto': presentare una proposta che debba essere discussa in tempi stretti altrimenti salta tutto.
Si tratta della strategia messa in campo, ad esempio, con la riforma della scuola e che è risultata 'vincente' per il governo.
Secondo il sottosegretario all'Economia, sembra essere oramai chiaro come la proposta di riforma delle pensioni 2015 di Cesare Damiano con penalizzazione del 2% non possa essere presa in considerazione dal governo Renzi. La penalità sarebbe troppo bassa e le casse dello Stato ne risentirebbero pesantemente. In più, c'è anche l'Europa che, mai come in questo periodo, sta con il fiato sul collo dell'Italia. Insomma, ecco come la proposta del governo Renzi tradirà le aspettative di Cesare Damiano e di milioni di pensionati e pensionandi.
Proposta Damiano, governo Renzi e riforma pensioni 2015: ultime news 25-08
Il governo Renzi e il premier in persona starebbero pensando a questo pacchetto di proposte per la riforma delle pensioni 2015 da inserire all'interno della legge di stabilità 2016. A dichiarare le 'intenzioni' è proprio il sottosegretario Baretta:
- in primo luogo, la penalizzazione del 2% della proposta di riforma di Cesare Damiano viene considerata troppo bassa: al vaglio ci sarebbe, un aggiustamento al 3% per ogni anno di anticipo sul momento della pensione
- in secondo luogo, si starebbe valutando anche il Piano Boeri di un passaggio al contributivo: l'incognita sarebbe sempre la stessa, gli assegni troppo bassi e il pericolo di un disagio sociale molto diffuso
- in terzo luogo, sembra andare in secondo piano l'ipotesi di un prelievo sulle pensioni più alte e dei vitalizi non si parlerebbe praticamente più
- quarto punto, si starebbe pensando ad un intervento di welfare per gli ultra 55enni che, dopo aver completato il percorso Naspi-Asdi, sai trovano in serie difficoltà: il beneficio sarebbe da calcolare sulla base del reddito ISEE, ma sembrano mancare i fondi necessari e le coperture economiche
- ultimo punto, la perequazione sulla base del bonus Poletti
Il costo di questa manovra di riforma delle pensioni 2015 si aggirerebbe intorno ai 2/3 miliardi di euro; un costo contenuto ma che sembra essere valutato ancora troppo alto: le cifre comunque sono molto più basse di quelle paventate con le proposte di Damiano (10 e 8 miliardi di euro).
Il capitolo precoci non sembra essere proprio nell'agenda del governo Renzi.
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