Tra le novità previste dalla nuova legge sulla Scuola vi è quella del POF triennale, che va preparato entro il mese di ottobre dell'a.s. Che precede il triennio a cui si riferisce. Questo significa che il Piano dell'offerta formativa per il triennio 2016-2019 va preparato entro il mese di ottobre 2015. Ma dato che finora il POF è stato annuale, quando va preparato quello del 2015? Le scuole dovranno presentare due POF distinti? Sembra proprio di sì, perché altra spiegazione logica non c'è. Ma questo non è l'unico punto oscuro che gravita intorno al nuovo Piano dell'offerta formativa.

Vedi il calendario delle scadenze di agosto per i docenti.

Il POF e il Piano nazionale digitale

Il nuovo POF triennale della scuola, in base alla legge, dovrà contenere anche il Piano nazionale per la scuola digitale. Ma come fa notare il sito OS, questo piano non ha una data certa. L'unica indicazione che si possiede è che a partire dal 2016 le scuole dovranno inserire all’interno dei POF triennali 'azioni coerenti con le finalità, i principi e gli strumenti previsti nel Piano nazionale per la scuola digitale'. In altre parole, entro questo ottobre le scuole dovranno adottare il nuovo piano digitale, anche se moltissimi istituti non hanno quasi niente di digitale. Come faranno? Anche qui proviamo a dare una spiegazione puramente logica.

Dato che il POF può essere rivisto annualmente, avranno la possibilità di apportare le modifiche necessarie entro ottobre 2016. Il detto Piano nazionale digitale richiede un parere preventivo da parte del Garante, dato che saranno trattati dati personali di dirigenti scolastici, docenti, Personale ATA e alunni. Tutti saranno schedati, inclusi gli studenti minorenni.

Dovrà essere garantita la trasparenza dei dati e allo stesso tempo andranno tutelati tutti i soggetti in questione. Inutile dire che la creazione di questo Piano richiede tempo e che è molto improbabile che tutto venga fatto entro il mese di ottobre. Ancora una volta ci troviamo davanti a punti oscuri della nuova riforma scolastica, che il Miur dovrà sciogliere nel tempo. Nella speranza che i chiarimenti siano 'chiari' davvero e non finisca come la questione della soppressione delle graduatorie.