Anche per l’anno scolastico 2015/2016 la Scuola italiana avrà bisogno dei supplenti. Al di là degli slogan della Buona scuola, saranno in tanti che copriranno, con una cattedra annuale, le materie per le quali non ci sono i professori adatti. I supplenti dovranno essere nominati entro l’8 settembre prossimo, prima che il Ministero dell’Istruzione dia il via alle fasi B e C del piano straordinario delle assunzioni.

Ma la scuola è nel caos: il Corriere della Sera di oggi, 19 agosto, informa delle grandi incompiute della Buona scuola: in intere regioni mancano i docenti giusti, i docenti anche se insegneranno nella stessa area, non avranno la cattedra della materia che servirebbe.

Il tutto in conseguenza del fatto che con la Buona scuola conterà l’ambito disciplinare e non la singola disciplina.

Assunzioni scuola, il problema del trasferimento dei docenti dal Sud al Nord: i numeri

Ed in più, il grande esodo dei docenti: uno su cinque dovrà spostarsi in una regione diversa, il 50% si trasferirà dalle province del Sud in direzione Nord. Dove mancano i docenti di indirizzo scientifico, di matematica in particolare. Nel Lazio e nella provincia di Brescia mancano i docenti di spagnolo.

Domanda e offerta di insegnamento, dunque, sono in netto squilibrio: delle 71.643 domande presentate dai candidati per partecipare alle ultime due fasi delle assunzioni, la maggior parte proviene dalle regioni del Sud, dove ci sono meno posti.

11.864 dalla Sicilia, 11.142 dalla Campania, 6.040 dalla Puglia contro le 6.630 della Lombardia, le 3.694 del Veneto e le 2.623 del Piemonte, le regioni dove c’è più disponibilità di cattedre.

Immissioni in ruolo scuola, per quanto possibile varrà l’ordine delle province espresso nella domanda

Dal Miur assicurano che, nell’assegnazione dei posti, cercheranno di favorire la vicinanza e dunque l’ordine di preferenza delle province che i candidati hanno espresso nella domanda.

Ma, capiterà certamente che un docente di Palermo debba trasferirsi a Torino.Per questo motivo i docenti sono sul piede di guerra: chi ha fatto la “Buona scuola” avrebbe dovuto pensare al fattore umano. Dovranno trasferirsi donne con figli in una regione lontana con 1.300 euro mensili. Le difficoltà, è inutile negarlo, ci saranno.