Negli ultimi anni ottenere l'indennizzo di disoccupazione è diventato sempre più complicato a causa dei maggiori controlli messi in atto dall'Inps. Ora il Governo, con l'emanazione del decreto di riordino della normativa in materia di servizi e politiche attive per il lavoro, ha deciso di apportare significativi cambiamenti alla procedura per richiedere l'indennità di disoccupazione.Il decreto, oramai pronto dopo l’emanazione da parte del Consiglio dei Ministri, aspetta solo le linee guida da parte del Ministero del Lavoro per l’effettiva operatività.
Le novità riguardano l’istituzione di una Rete nazionale dei servizi per le politiche attive del lavoro alla quale parteciperanno una serie di enti interessati: Inps, Inail, Italia Lavoro, varie agenzie per il lavoro, Isfos, Camere di commercio, università e istituti superiori.Questa nuova agenzia sarà diretta dall’Anpal (Agenzia nazionale per le Politiche attive per il lavoro) che gestirà i dati inerenti il lavoratore.
Ecco cosa cambia per presentare la domanda.
La domanda di disoccupazione (Naspi, Dis – Coll) potrà essere normalmente presentata all'Inps tramite patronato oppure utilizzando il sito istituzionale dell’ente. Dopo la presentazione della domanda, il lavoratore riceverà una convocazione e dovrà presentarsi presso il centro per l’impiego competente per territorio.
La riforma prevede la registrazione presso il portale unico delle persone in cerca di occupazione che potrà essere effettuata utilizzando il portale Anpal attraverso il quale l'agenzia gestirà i dati inerenti il disoccupato. In base a questi dati i disoccupati verranno divisi in tre categorie: disoccupato, disoccupato parziale e lavoratore a rischio disoccupazione.
L'obiettivo del patto di servizio è quello di ricollocare sul mercato del lavoro ogni disoccupato mediante un piano specifico che comprende corsi di formazione e incontri di aggiornamento.Verranno, inoltre, effettuati controlli per verificare la reale intenzione di cercare un nuovo impiego. Per coloro che non dovessero prendere parte a questi momenti di formazione è prevista la sospensione dell’indennità di disoccupazione o, addirittura, la decadenza della stessa. Nelle intenzioni degli operanti ciò non solo dovrebbe incentivare la ricerca di un nuovo lavoro, ma anche limitare forme di lavoro nero.