A quasi 48 ore di distanza continuano a tenere banco le dichiarazioni del premier Renzi, che in diretta televisiva ha ‘smentito’ quanto riportato da Repubblica sottolineando la volontà di lavorare alla flessibilità previdenziale nel giro di ‘poche settimane, al massimo qualche mese’. Una dichiarazione d’intenti che sa di presa in giro - l'impressione è che anche Poletti e Boeri siano solo delle pedine usate dal premier per imporre un disegno già scritto da tempo - per quanti in questi anni hanno sentito dire tutto e il contrario di tutto salvo poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
Il contesto di riferimento ad oggi risulta più tormentato che mai, con una Legge di Stabilità che da ancora di salvezza rischia di divenire l’ennesima (tragica) bolla di sapone. Logica conseguenza di tutto ciòla reazione di alcuni partiti e movimenti politici che sulla riforma della previdenza hanno e stanno spendendo gran parte delle proprie forze. E’ il caso del M5S con Luigi Di Maio ad essersi lasciato andare ad un pesante sfogo indirizzato contro Renzi e le Istituzioni tutte accusate di vivere un pesante scollamento con la realtà che li circonda. Negli stessi istanti in cui il pentastellato seguace di Grillo esprimeva tutta la propria indignazione il sottosegretario all’economia Zanetti rimarcava una delle sperequazioni più evidenti di un sistema contributivo, quello italiano, che consente ai sindacalisti di ricevere i contributi pensionistici anche dopo un solo mese di lavoro.
Cresce infine l’attesa per il dibattito che si svolgerà quest’oggi in Commissione Lavoro: sono attese significative novità.
Riforma pensioni, news oggi 9 settembre: parla Di Maio del M5S
L’ondata di indignazione contro un governo che promette e mai mantiene è stata catalizzata dal M5S, con Luigi Di Maio che ha voluto evidenziare la voragine che divide cittadini e palazzo: ‘Ci vorrebbe una cura choc per far capire a questa gente quanto siano distanti dalla realtà.
Vorrei vederli vivere con una pensione minima - ha chiosato Di Maio sulla propria pagina Facebook. Il pentastellato ha preso spunto dalla contingenza per la quale ad un parlamentare bastano 5 anni di lavoro per avere diritto alla pensione, uno stato di cose non equo al quale ne se aggiunge un altro: per ogni anno di lavoro oltre i 5, ogni parlamentare ha diritto ad uno sconto di un anno sull’uscita dall’impiego.
Le ultime news sulla riforma delle pensioni aggiornate ad oggi 9 settembre non possono in definitiva non ruotare attorno alle profonde ingiustizie insite in un sistema previdenziale che comunque lo si guardi non appare in grado di poter disciplinare l’attuale contesto sociale e civile. Renzi (come Padoan e come Poletti) sembra non avere alcuna contezza di questo aspetto.
Ultime news riforma pensioni oggi 9 settembre: Renzi, ascolta Zanetti
In Italia esistono quasi 18mila sindacalisti che sfruttando una norma del decreto 564 del 1996 hanno ottenuto il diritto alla quiescenza previdenziale con un solo mese di contributi all’attivo. E’ quanto ricordato dal sottosegretario all’Economia Zanetti, che ha ribadito l’impegno del proprio movimento (Scelta Civica) nel voler ‘cancellare dei privilegi assolutamente immotivati’.
A questo punto verrebbe da domandare a Renzi e governo in base a quale schema vorrebbero modificare un sistema sbilanciato e sperequativo. Se davvero c’è penuria di risorse, perché non incamerarle eliminando le tante troppe ingiustizie del nostro sistema pensionistico andando poi ad agire su un contesto a quel punto più livellato e più ‘semplice’ da trattare e modellare sulle esigenze di spesa dello Stato. E non pensiamo solo a sindacalisti e parlamentari o solo alle Pensioni. Ci sono anche vitalizi, pensioni d’oro, pensioni a vita maturate in ‘tenera età’, il tutto a fronte di gente che riceve anche 3 o 4 trattamenti previdenziali dall’INPS. Renzi, basta chiacchiere, per una volta ci vorrebbe un po’ di dignità.