"Sarà necessario introdurre delle misure di flessibilità nell'età di pensionamento, che prevedano sì delle penalizzazioni, ma sempre nei limiti della ragionevolezza" spiega il Segretario FNP-Cisl Gigi Bonfanti, in merito alla questione sia delle misure di quiescenzaanticipata che di flessibilità, da inserire nella prossima legge di stabilità 2016. Il ragionamento sviluppato dal sindacato mette il nodo del contributivo come linea rossa da non superare circaalcune ipotesi circolate nelle ultime settimane, che appaiono maggiormente penalizzanti e che gli stessi lavoratori hanno bollato come inaccettabili.
In questo senso, per la Cisl bisogna evitare "di applicare il metodo contributivo, perché penalizzerebbe i molti lavoratori che sono stati costretti ad abbandonare il mondo del lavoro anticipatamente". Le principali sigle sindacali sono quindi concordi nel ritenere che tale meccanismo non possa essere preso in considerazione nella ricerca di un provvedimento equilibrato di rimodulazione dei criteri d'accesso alla previdenza pubblica.
Pensioni, sul tema delle penalizzazioni interviene ancora l'On. Damiano
Stante la situazione, proprio la questione della penalizzazione sembra tenere banco nel dibattito politico, visto che appare come l'ago della bilancia che orienterà l'indirizzo pragmatico dei provvedimenti futuri.
Secondo l'orientamento della Commissione lavoro alla Camera, la cosiddetta quota 97 dovrebbe permettere il pensionamento già a partire dai 62 anni di età, pur avendo conseguito i 35 anni di contribuzione ed accettando una piccola penalizzazione del 2% annuo. L'On. Cesare Damiano spiega poi che un compromesso diverso resta sempre possibile, seppur deve mantenersi nell'area della ragionevolezza.
"Si possono trovare soluzioni anche meno costose" sottolinea al riguardo, rimarcando alcune possibili opzioni alternative: "ad esempio differenziando la penalizzazione del 2% fino a 1.500 € mensili e rendendola del 3% sopra tale cifra". Quest'ultima ipotesi potrebbe rappresentare un compromesso progressivo in grado di garantire comunque una certa flessibilità, andando incontro alle esigenza di tenuta dei conti pubblici e senza dover necessariamente ricorrere al sistema contributivo, oppure ad altri ricalcoli maggiormente penalizzanti nelle mensilità erogate ai pensionandi.
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