"Noi abbiamo bisogno di dire con chiarezza che i conti pensionistici, per quello che riguardail nostro Paese, non si toccano. Ma esiste la possibilità (e stiamo studiando il modo) per cui in cambio di un accordo, si possano consentire forme di flessibilità in uscita". Ad affermarlo è il Premier Matteo Renzi, durante il suo intervento avvenuto nel pomeriggio di ieri presso la sede del Partito Democratico. "Se esistono le condizioni per farlo", ha poi ribadito riferendosi all'avvio di nuovi meccanismi di pensionamento anticipato, "sarebbe un gesto di buona volontà".
Sembrano quindi delimitarsi i confini del possibile intervento di salvaguardia strutturale che l'esecutivo starebbe cercandodi portare avanti con la prossima legge di stabilità, stante che il Ministro dell'economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e il Ministro del lavoro Giuliano Poletti riescano a trovare la quadra tecnica per garantire la sostenibilità dei conti pubblici nel medio e lungo termine.
Riforma pensioni e flessibilità: nuove ipotesi di uscita tramite accordi siglati tra lavoratore e aziende
Nel frattempo, continuano ad emergere nuovi dettagli circa i possibili meccanismi di funzionamento della flessibilità previdenziale. Secondo quanto riportato all'interno di un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, una delle opzioni di discussione prevede di garantire il pensionamento anticipato con circa tre anni di sconto rispetto ai criteri di anzianità definiti dalla legge del 2011.
Per finanziare la misura, si potrebbe inoltre ricorrere a degli specifici accordi tra lavoratore e azienda, in modo da agevolare le ristrutturazioni aziendali e garantire che il processo di quiescenza possa avviare anche il turn over dei lavoratori con la staffetta generazionale. Così facendo, le aziende potrebbero sostenere una parte dei costi, garantendo il versamento dei contributi mancanti al lavoratore e l'assunzione di nuove leve dalla platea dei giovani disoccupati.
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