A nulla, dunque, è valsa la riunione della Commissione Lavoro, presieduta da Cesare Damiano. Tutto è ancora in alto mare. Ancora una volta la decisione sulla proroga del contributivo donna è stata bloccata dai super tecnici della Ragioneria di Stato, come la settima salvaguardia per gli esodati. Ancora una volta le speranze delle donne di vedere accolta la loro richiesta di proroga si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto, ancora i lavoratori esodati devono attendere per veder risolta la loro precaria situazione. La scialuppa di salvataggio si è infranta contro la scogliera dell'intransigenza della Ragioneria.

Cosa è successo? Come mai sono state bloccate salvaguardia esodati e proroga opzione donna?

Chi aveva dato per scontata la proroga del regime sperimentale per l’uscita anticipata dal lavoro delle donne è rimasto certamente deluso. I dati diffusi dal Ministero del Lavoro circa le risorse avanzate dagli stanziamenti del 2008, circa 976 milioni, avevano lasciato ben sperare. Però i super tecnici della Ragioneria hanno bloccato tutto con la motivazione che le risorse risparmiate, non erano più disponibili. Il ritornello si ripete ciclicamente. Ogni qualvolta, difatti, che lo Stato deve provvedere a metter mano al “portafoglio”, ecco che iniziano i problemi. E' già accaduto per il personale della quota 96 scuola, ancora bloccato nelle quattro mura scolastiche per un errore, mai rimediato, della Fornero, accade oggi per la proroga dell'opzione donna.

Il disappunto di Damiano, la posizione di Renzi e Boeri, le richieste dei sindacati e di Squinzi

Cesare Damiano, il presidente della Commissione Lavoro della Camera, è fortemente turbato e non nasconde il suo disappunto per l'ostacolo posto dalla Ragioneria e si schiera apertamente contro la decisione del Ministero dell'economia.

Intenzioni quelle dei tecnici della Ragioneria che si contrappongono alle volontà del premier Renzi e del presidente dell’Inps Boeri che si sono schierati più volte a favore del contributivo donna e che anzi avevano ipotizzato la possibilità di estensione del regime anche agli uomini. Anche i sindacati non ci stanno e fanno sentire la loro voce chiedendo con fermezza ed immediatezza interventi sulle Pensioni e sulle questioni urgenti.

Non è da meno la posizione del presidente della Confindustria Squinzi. Il presidente è convinto che abbassando età e contributi, si potrebbero creare più posti di lavoro. Tutti si affrettano a sostenere che le questioni pendenti ormai da anni si sbloccheranno solo quando si avrà ben chiara la situazione economica. Molti a questo punto, stante la situazione economica non certamente ancora stabile e compatibile che fine farà anche la tanto sbandierata flessibilità? Subirà rallentamenti anche la riforma pensioni tanto auspicata ed invocata? Se no, quando? Forse che con la prossima legge di stabilità si avranno quelle risorse necessarie che oggi non ci sono? I “maghi” della Ragioneria dello Stato sapranno tirar fuori dal cilindro i conigli?

Ora non ci resta che attendere per capire se ci saranno margini di intervento.

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