CesareDamiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, ritorna a parlare, seppur con toni meno perentori, della riforma delle Pensioni dichiarando che lui non è per la cancellazione totale della legge Fornero ma per una revisione dei punti critici, quelli maggiormente contestati da tutti, partiti, sindacati e lavoratori, introducendo un criterio di flessibilità. In una cosa si trova d'accordo con il ministro Padoan: la valutazione dei costi e dei benefici. Oggi, sostiene il presidente della commissione lavoro, si è solo parlato di costi immediati, invece bisogna guardare con uno sguardo che vada aldilà dell'immediato, perché nell'arco di un ventennio si otterranno forti risparmi derivanti dagli assegni pensionistici penalizzati dell’8%.

Damiano si dichiara pronto ad un confronto con il governo su flessibilità, precoci e donne

Siamo pronti a confrontarci con il Governo con la nostra proposta che, per come e’ strutturata, consente di trovare le soluzioni di equilibrio contabile nel medio-lungo periodo”, afferma Damiano. La proposta sulla questione pensionistica cui il presidente Damiano si riferisce è il ddl 857, primo firmatario insieme all'altro pieddino Baretta. L'ipotesi Damiano-Baretta pre­vede l'uscita flessibile dal lavoro apartire dai 62 anni di età con 35 di contributi, con una penalizzazio­ne massima dell'8%.

La proposta ha un duplice obiettivo: primo, risolvere il problema di quei lavoratori che sono rimasti senza lavoro e considerata l'età avanzata fanno fatica ad essere ricollocati e nel contempo devono aspetta­re la pensione dopo aver raggiunto i 66 anni previsti dalla Fornero.

Età che purtroppo andrà ad aumentare con il prossimo anno con l'incremento dell'aspettative di vita, previsto sempre dalla legge Fornero del dicembre 2011, con il rischio non tanto infondato di allargare la platea dei nuo­vi poveri. Il secondo obiettivo è quello di facilitare ilricambio generazionale, tanto atteso da milioni di giovani disoccupati.

Damiano si sofferma anche su una seconda questione, quella dell'accesso alla pen­sione alle lavoratri­ci cheentro la fine annoabbiano maturato 58 anni di età e 35 di con­tributi, purché accettino ilricalco­lo tutto contributivo della pensio­ne correggendo la circolareinterpretativa dell'Inps molto restrittiva, che ha ridotto la platea delle potenziali beneficiarie. Volete essere sempre aggiornati? Allora cliccate su “segui” in alto sopra al titolo.