Il mercato del lavoro, sconvolto prima dalla crisi economica e modificato successivamente dal Jobs Act, continua ad estromettere dei lavoratori, sia come conseguenza di reali ristrutturazioni sia come mezzo per liberarsi di personale non gradito. Molte aziende, nel tentativo di evitare lunghe e imprevedibili vertenze, si danno disponibili ad un accordo che preveda l'erogazione di un incentivo all'esodo contro l'impegno del lavoratore a non impugnare il licenziamento.

Cosa è necessario sapere quando si decide di accettare una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro

La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, con o senza incentivo all'esodo, è uno dei metodi con cui s'interrompe un rapporto di lavoro così come lo sono le dimissioni, il licenziamento e la scadenza di un contratto a termine. Il lavoratore deve però sapere che la risoluzione consensuale, se non messa in atto con una precisa procedura non da diritto all'ottenimento dell'assegno di disoccupazione oggi più correttamente identificato come NASpI, poiché l'INPS lo eroga solo a fronte di una perdita involontaria del posto di lavoro. La risoluzione consensuale è, invece, considerata, una forma volontaria d'interruzione del rapporto di lavoro.

Le aziende, in genere, se decidono di licenziare un dipendente per motivi disciplinari, adottano la giusta causa e, difficilmente e a buon diritto, sono disposte a trasformare il licenziamento in risoluzione consensuale del rapporto di lavoro; questa possibilità è presa in considerazione quando l'azienda intende procedere con un licenziamento per giustificato motivo oggettivo di natura economica o, come si diceva prima, quando intenda liberarsi di un dipendente scomodo, non avendo motivi legalmente validi per licenziarlo.

La procedura per risolvere correttamente il rapporto di lavoro in forma consensuale

L'adozione delle procedure, previste dalla legge Fornero del 2012, permette di risolvere il rapporto di lavoro consensualmente, senza che il datore di lavoro da un lato ed il dipendente dall'altro corrano il rischio di successivi impedimenti di natura legale od economica.

L'azienda deve quindi procedere con l'invio della minaccia di licenziamento al dipendente, copiando la direzione territoriale o provinciale del lavoro; nell'attesa di essere convocati dalla Commissione di conciliazione, azienda e dipendete devono sottoscrivere una bozza d'accordo nella quale siano bel chiariti i termini temporali ed economici dell'accordo. L'accordo raggiunto potrà essere ratificato presso la Commissione di cui sopra o presso qualunque centro abilitato alla ratifica degli accordi. Il dipendente che intendesse avvalersi della NASpI dovrà quindi farne domanda all'Inps presentando come documentazione di appoggio sia la lettera di licenziamento sia la copia della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.