La riforma del sistema previdenziale non s'ha da fare! Parafrasando un noto 'passaggio' del più noto romanzo scritto da Alessandro Manzoni, si evidenzia che il governo Renzi sembra non avere alcuna intenzione di modificare la legge attualmente in vigore. Questa decisione da parte dell'esecutivo ha creato una forte opposizione dei sindacati e della Lega Nord di Matteo Salvini. Ma anche la minoranza del Partito Democratico chiede un intervento immediato a favore di alcune categorie di lavoratori colpiti dalla riforma Fornero, quali gli esodati, i Quota 96, ecc.

Il sindacato Cgil, per bocca del segretario confederale Vera Lamonica, evidenzia che 'per gli esodati e le lavoratrici Opzione Donna le risorse finanziarie ci sono già. La Legge di Stabilità non c'entra nulla con questi provvedimenti'.

Lamonica chiede un confronto immediato con il governo Renzi

Come si legge in un comunicato diffuso sul sito internet della Cgil, Lamonica specifica che 'il riconoscimento dei 41 anni di contributi versati dai lavoratori precoci sono indispensabili'. Secondo il sindacato, l'applicazione della flessibilità al nostro sistema previdenzialeè indispensabile per permettere un ricambio generazionale tra i lavoratori più anziani e i giovani in cerca di lavoro. La Cgil chiede ad alta voce un confronto con il governo, prima della discussione della Legge Finanziaria, in programma a partire dal mese di ottobre eche sarà approvata entro la fine dell'anno.

'Il governo Renzi ha fatto marcia indietro sugli interventi di flessibilità sulle Pensioni. Non è plausibile un taglio degli assegni previdenziali, già bassi nella maggior parte dei casi'.

La Cgil chiede che venga trovata un'immediata soluzione per i Quota 96

Il sindacato Cgil chiede un intervento immediato a favore dei lavoratori Quota 96, quelle persone che, nonostanteabbiano tutte le carte in regola per andare in pensione perché hanno raggiunto i requisiti pensionistici, sono costretti a rimanere al lavoro a causa di un grave errore contenuto nella legge previdenziale attuale.

Sono, infatti, tre anni che essi svolgono la propria attività lavorativa nel comparto scuola quando, invece, potrebbero essere regolarmente a casa e godersi la meritata pensione. 'Torneremo in piazza per far risolvere al governo questi annosi problemi', sottolinea Vera Lamonica.