E' oramai risaputo come la riforma Buona Scuola sia stato oggetto di massiccia promozione mediatica da parte degli esponenti del governo, a cominciare dai celebri video 'illustrativi' presentati direttamente dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

In questi ultimi giorni, poi, in coincidenza con l'apertura dell'anno scolastico 2015/6, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è comparsa qui e là in televisione e alla radio per promuovere ancora una volta la 'rivoluzione copernicana' e la 'straordinarietà' delle risorse finanziarie che il governo ha deciso di mettere a disposizione per il rilancio dell'istruzione in Italia, trascurata per decenni dai precedenti esecutivi.

Sondaggio studenti e famiglie italiane: tre su quattro bocciano la riforma Buona Scuola

A questo punto, resta da vedere come la pensano gli italiani di fronte all'innovazione della riforma scolastica varata lo scorso 16 luglio: le famiglie pensano davvero che la legge 107 rivoluzionerà la scuola? Ebbene, nel corso di un convegno tenutosi nella giornata di ieri, sabato 19 settembre, a Pordenone, il docente e studioso Roger Abravanel, ha presentato il suo ultimo saggio intitolato 'La ricreazione è finita': durante il suo intervento, è stato sottolineato come, secondo un recente sondaggio, tre quarti delle famiglie e gli studenti italiani siano dell'opinione che la riforma Renzi-Giannini non cambierà nulla rispetto al passato e che, anzi, possa addirittura recare danno.

Scuola, incontro Abravanel-Giannini per confronto risultati sondaggi

Abravanel ha annunciato, tra l'altro, che il prossimo giovedì 24 settembre incontrerà proprio il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini per illustrare i risultati di tale sondaggio.

Dunque, la Buona Scuola non piace: ma qual è il motivo principale di tale giudizio negativo?

Gli studenti e i genitori pensano che il problema principale della scuola italiana resti quello legato alla qualità e ai metodi di insegnamento dei docenti. Anche i mezzi televisivi dovrebbero parlare di meno della questione legata al precariato: a chi va a scuola, il problema degli insegnanti precari interessa poco se non proprio nulla.