Come sappiamo, per tutti gli insegnanti di ruolo le attività didattiche sono già iniziate martedì primo settembre. In questi giorni, infatti, la maggior parte delle scuole italiane sono aperte per consentire ai docenti di predisporre la loro programmazione didattico - educativa per il prossimo anno scolastico. Agli sparuti docenti in servizio si uniscono anche i muratori, gli elettricisti e gli imbianchini, impegnati nelle ultime fasi di ristrutturazione e di maquillage dei locali scolastici. Insomma, si lavora insieme per la stessa finalità: garantire al più presto un buon inizio dell’anno scolastico, oramai alle porte.

Durante questi primi giorni di lavoro i docenti si confrontano su molti temi, ritenuti importanti e finalizzati solo ed esclusivamente al benessere educativo dei singoli discenti. La tematica più trattata è quella della ‘valutazione’. Questa tematica, infatti, rappresenta per tutti gli insegnanti un momento fondamentale per la loro funzione professionale. Stabilire con precisione tutti gli aspetti e tutti i parametri che entrano in gioco diviene, a volte, quasi impossibile. Oggi, peraltro, la valutazione deve tenere conto anche di altri fattori, non meno importanti, quali gli alunni con certificazione BES (Bisogni Educativi Speciali) o DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento). Per esempio, se un insegnante dovesse valutare due alunni, di cui il primo normodotato e il secondo classificato come BES, quale criterio si dovrà adottare,in termini numerici, per valutare i due rispettivi alunni?

Questi sono solo alcuni esempi, che, affliggono i pensieri notturni di molti professionisti della formazione.

Una piattaforma telematica per monitorare la vita scolastica degli alunni

L’aspetto più interessante che sta emergendo, durante questi giorni di dibattito e di interlocuzione, è che il legislatore, prima di scrivere la Legge 107/2015, poteva prevedere un meccanismo per monitorare l’andamento didattico di ogni singolo alunno, specie quelli con evidenti difficoltà di apprendimento.

In buona sostanza, molti insegnanti avrebbero preferito un sistema o una tecnologia capace di monitorare l’andamento didattico e i traguardi raggiunti da ogni singolo alunno , dalla prima classe della Scuola primaria all’ultima classe della scuola secondaria di secondo grado. Questo, in breve il disappunto di molti Organi Collegiali della Scuola Pubblica, nei confronti della Buona Scuola di Renzi.

Inoltre, questa opportunità, avrebbe consentito a molti di loro di verificare l’efficacia della propria azione didattica e, soprattutto, la rispondenza tra la loro valutazione e i presunti successi scolastici, verificabili durante tutta la vita scolastica dell’alunno preso in considerazione.

L'accordo Microsoft Italia e il Miur - Proprio per questa ragione, i docenti italiani chiedono a gran voce l’istituzionalizzare di un Registro Unico del Curricolo Personale dell’Alunno, come strumento in controtendenza con la politica dei 'compartimenti stagni', di cui la scuola italiana è l'espressione maggiore. Infine, ci lascia ben sperare positivamente il recente accordo di intenti tra il Miur e la Microsoft Italia, in vista di in protocollo unico centrale, gestito dallo stesso Ministero, necessario per fare fronte alle tante richieste relative agli argomenti illustrati precedentemente.