Vi abbiamo raccontato l'altro giorno di quanto successo alla Festa dell'Unità a Torino ed, in particolar modo, della violenta contestazione indirizzata al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Una delle principali accuse che vengono mosse al governo e ai suoi rappresentanti è proprio il fatto di non aver mai accettato il confronto, di aver fatto testa propria nonostante l'ampio dissenso, dimostrato non solo con la clamorosa protesta dello scorso 5 maggio, ma con tutta una serie di manifestazioni, sit-in e flash mob che non potevano e non dovevano essere ignorati.

Docente si rivolge al ministro Giannini: 'Non siamo più in democrazia?'

Un'insegnante che, proprio l'altra sera, avrebbe voluto entrare alla Festa dell'Unità a Torino, ha scritto una lunga lettera al noto portale specializzato 'Tecnica della Scuola'. Nella missiva, viene denunciato il fatto che la polizia abbia impedito l'ingresso della docente nell'area riservata al dibattito: 'Non siamo più in democrazia?' si chiede l'insegnante. E allora siamo in clima di regime.

Secondo quanto raccontato dalla docente, una referente della polizia avrebbe parlato con la segretaria del ministro Giannini, ricevendo come risposta un bel divieto di ingresso. A seguito di numerose insistenze, l'insegnante avrebbe ottenuto il permesso di parlare con il ministro solo dopo il dibattito, insieme ad una sparuta rappresentanza dei CUB scuola e dell'associazione docenti (massimo 8 persone) con tanto di registrazione dei documenti di identità.

L'insegnante ha dichiarato di essere stata costretta ad aspettare quattro ore, solo per non riuscire ad entrare in un luogo pubblico, ad una festa pubblica.

'Ministro Istruzione non accetta il confronto, non ama il dissenso'

La principale accusa che è stata mossa all'onorevole Giannini è quella di essere un ministro dell'istruzione che non accetta il confronto con persone che rappresentano gruppi nazionali, tutti uniti contro la riforma scolastica; un ministro dell'istruzione che non ama il dissenso, che teme le domande degli insegnanti e per questo motivo tende a snobbare o ridicolizzare le parole scritte da un'unione di studenti.

Come si fa a non rendersi conto, si chiede la docente, che si tratta di una lettera e non di 'un'opinione personale da esprimere liberamente' come, invece, avrebbe voluto ascoltare l'onorevole Giannini?