Chiuse le ferie estive è tempo di cominciare a parlare di rinnovi contrattuali di una moltitudine di categorie di lavoratori. Le scadenze sono in arrivo visto che il CCNL dei metalmeccanici così come quello del settore elettrico scadrà il 31 dicembre 2015. Ancora minori i tempi a disposizione per il settore alimentare con scadenza a fine novembre. I contratti collettivi nazionali vanno rinnovati e su questo punto tutti sono d’accordo, ma le posizioni sembrano diverse. Durante la festa dell’Unità a Milano, il presidente di Confindustria Squinzi è intervenuto a 360 gradi sulla questione dicendo che stanno mettendo a punto una proposta per poi sedersi con i rappresentanti dei lavoratori.
Sempre Squinzi ha attaccato i sindacati incolpandoli di essere lenti e di essere i responsabili dei ritardi con cui vengono affrontate le questioni relative al lavoro. Si prospettano periodi di discussione accesi per questo delicato argomento, ma ormai ci siamo, settembre è arrivato.
La posizione di Confindustria è diversa dai sindacati?
Per la verità anche tra le varie sigle sindacali ci sono differenze di vedute. Inoltre spesso il dialogo tra il Presidente Squinzi ed i sindacati è stato sempre produttivo con accordi trovati rapidamente e con poche polemiche. In alcuni comparti le sigle sindacali sono divise sulle posizioni, manca l’accordo condiviso. Si sta ripetendo quanto accaduto nel 2009, quando tutte le sigle sindacali ad eccezione della CGIL che all’epoca aveva come segretario Epifani sottoscrissero l’accordo che calmierava gli aumenti di stipendi, non più all’inflazione ma all’ IPCA, l’indice dei prezzi al consumo armonizzati in Europa.
La settimana prossima i tempi di un primo incontro dovrebbero essere maturi. Per Confindustria bisogna collegare i salari alla produttività dell’impresa per cui si lavora e Squinzi su questo spera che almeno inizialmente si possa già trovare una piccola sintesi. La Cisl, per esempio, si è detta pronta da tempo a discutere di rinnovi per evitare che questi siano fatti dal Governo che di fatto lederebbe un diritto che di accordo che da sempre è prerogativa delle parti sociali.
La Cisl chiede anche che il salario minimo sia inserito nei singoli contratti e non stabilito per Legge a livello nazionale. Per la UIL, il collegamento dei salari al tasso di inflazione deve essere sostituito da un collegamento al PIL. La FIOM, sigla dei metalmeccanici ha anche abbozzato una proposta in cui chiede che i rinnovi dei contratti siano annuali dal punto di vista dello stipendio ma triennali per normative e regolamenti come da anni esiste in Germania.
Comparto per comparto ecco i punti di partenza
Della proposta della FIOM abbiamo già detto, per UILM e FIM il tema è quello dell’aumento della partecipazione dei lavoratori, del rafforzamento del fondo sanitario e previdenziale nonché dell’apprendistato e della formazione dei lavoratori. Il rinnovo dei metalmeccanici, insieme a quello degli statali post sentenza della Corte Costituzionale sono quelli più complicati da portare a termine. Per i Chimici per esempio, tutte le sigle sindacali hanno già un disegno comune che parla di aumenti di 100 euro al mese per il triennio 2016-2018. Anche per i 60mila lavoratori del settore elettrico tutti i sindacati sono d’accordo e si attende solo l’assemblea dei lavoratori che dovrà confermare i punti richiesti per un contratto che è in vigore e che scadrà il 31 dicembre.