Si è fatto un gran parlare di riforma Pensioni, di flessibilità in uscita e di rottamazione della Legge Fornero, ma le idee si sono scontrate con la dura realtà. Costi eccessivi di qualsiasi proposta pervenuta, Bruxelles contraria e tempi ristretti hanno fatto rimanere la riforma delle pensioni nel cassetto. Una delle categorie che aspettavano con più interesse la riforma era quella dei lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare da molto giovani. Per loro la pensione si allontana sempre di più perché anche dal 2016 bisognerà fare i conti con la dura Legge Fornero che ha aumentato e di molto sia l’età di uscita che il numero di contributi necessari per anticiparla.
Precoci, tutti i numeri necessari per andare in pensione
Per precoci si intendono tutti quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovane età è che di norma superano i 40 anni di contributi versati. Significano che sono “sul pezzo” da tanto, stanno lavorando senza soluzione di continuità da 40 anni. Per il Presidente della Commissione Lavoro Damiano, potrebbe bastare, infatti propose con il suo famoso Disegno di Legge 857, l’uscita a 41 anni di contributi. Ma di questo DL nessuna traccia è rimasta nella discussione politica e sembra che anche per il 2016 non se ne parlerà proprio. Oggi l’uscita dal lavoro per la pensione anticipata, quella che una volta si chiamava pensione di anzianità, è prevista a 42 anni e 6 mesi (per le donne un anno in meno) e dal 1° gennaio 2016 si salirà di altri 4 mesi.
Dal momento che gli indicatori Istat continuano ad aumentare per quanto riguarda l’aspettativa di vita, dal 1° gennaio 2019 ci sarà l’ennesimo scatto che probabilmente farà superare la soglia dei 43 anni di contributi. Il futuro per i precoci non è certo roseo se è vero che Bruxelles è felice che nessuna riforma sia stata fatta per la flessibilità ed è altrettanto vero che secondo i vertici Europei la soglia equa di contributi versati deve essere pari a 45 anni.
Nel 2016 la svolta? Arriverà la riforma?
Uno dei cavalli di battaglia di Damiano era proprio l’uscita anticipata con 41 anni esatti di contributi versati senza penalizzazioni e senza tenere conto dell’età dei lavoratori. Niente da fare, almeno per il momento, tutto rimandato al provvedimento singolo che Renzi ha promesso di mettere a punto entro breve tempo.
La riforma delle pensioni sarà un argomento centrale dell’agenda di Governo fin dai primi giorni del 2016, almeno a sentire il Premier, sempre trovando le giuste coperture finanziarie ed economiche necessarie per avere anche il parere favorevole della Commissione Europea. Infatti, anche per la manovra di Stabilità appena partorita, ci vuole il benestare della UE che in passato ha già fermato al palo la Finanziaria della Spagna, sempre per la carenza di garanzie. A dirla tutta, lanciando un primo sguardo alla nuova Legge di Stabilità, non è che siano molto chiare le coperture anche per il taglio delle tasse e per molti altri provvedimenti.