La pensione anticipata per i lavoratori precoci continua a restare una meta piuttosto lontana. E’ ormai di dominio pubblico che la Legge di Stabilità 2016 non prevederà alcun intervento sulla flessibilità in uscita e che Renzi ha annunciato una discussione all’inizio del prossimo anno. Si discuterà, invece, di esodati e della proroga dell’opzione donna, vertenze per le quali il malcontento è piuttosto alto. Andiamo, quindi, a riepilogare le ultime notizie che giungono dal cantiere della previdenza.
Lavoratori precoci e pensione anticipata: un difficile rapporto
I precoci più di altri sono stati danneggiati dalle riforme degli ultimi anni. Come è noto, infatti, la pensione anticipata prevede l’uscita dal lavoro a 42 anni e 6 mesi (un anno in meno per le donne, dal 2016 l’asticella sale di quattro mesi per tutti) ed una serie di penalizzazioni per chi lascia prima dei 62 anni: la Legge di Stabilità dello scorso anno le ha sospese fino al 2018, quindi chi lascia oggi anche prima lo fa con assegno pieno purchè abbia i requisiti contributivi. Chi ha iniziato a lavorare presto, però, si trova molto spesso ad avere una carriera lavorativa molto lunga alle spalle e, specie se a poco dal traguardo, sovente si trova in balia di mille difficoltà se perde il lavoro.
Anche per questo sono state avanzate proposte come la quota 41 che, tuttavia, ad oggi vengono giudicate troppo costose per le casse dello Stato.
Proroga opzione donna e settima salvaguardia esodati
Per quanto riguarda il primo caso, è stata affermata la proroga del regime al 31 dicembre 2015. Il problema più importante è che restano escluse le signore dell’ultimo trimestre del 1958 che, a causa dell’aspettativa di vita introdotta all’originaria formulazione della legge del 2004, si vedono sfuggire il prepensionamento per pochi mesi o settimane.
Per questo è partita la mobilitazione delle malcapitate che stanno scrivendo a deputati e senatori.
Capitolo esodati. La storia va avanti da anni: i comitati sostengono che quasi 50 mila ex lavoratori sono ancora sprovvisti di tutela. In una nota, i rappresentanti degli esodati affermano che l’articolo 23 della bozza della Legge di Stabilità tutela solo 26.300 persone, lasciando ancora una volta ai margini migliaia di persone. Si annuncia, quindi, un iter parlamentare infuocato con i comitati pronti a farsi sentire organizzando mobilitazioni.