Il bonus Poletti sulle Pensioni, così com'è stato erogato lo scorso agosto dal Governo Renzi in ottemperanza alla sentenza della Consulta sulla riforma Fornero e il decreto Salva Italia, non va bene per migliaia di pensionati pronti a presentare un ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il rimborso una tantum delle mancate indicizzazioni delle pensioni nel 2012 e nel 2013, per effetto dello stop imposto dalla legge Fornero e dal decreto Salva Italia, non è totale, così come aveva deciso la Corte Costituzionale, ma parziale.
Una situazione che secondo la Uil configura una vera e propria violazione dei diritti umani. Per questo il sindacato ha deciso di proporre un ricorso collettivo davanti alla Cedu.
Pensioni, Uil ricorre a Corte europea diritti dell'uomo
Come si ricorderà, i giudici della Consulta dichiararono nei mesi scorsi l'incostituzionalità dello stop alla rivalutazione automatica delle pensioni di importi superiori tre volte il minimo previdenziale fissato dall'Inps. Il governo fece un decreto poi convertito in legge dal parlamento per rimborsare i pensionati che non avevano avuto gli adeguamenti previdenziali negli anni 2012 e 2013. Il rimborso parziale erogato dall'esecutivo è stato ribattezzato dal premier Matteo Renzi come bonus Poletti, anche se in realtà non si tratta assolutamente di un bonus, ma di un rimborso una tantum di 500 euro (a seconda delle pensioni).
Quindi non una sorta di premio extra ma un risarcimento dovuto. La Uil Pensionati ha deciso, con il sostegno di tutta la Uil, di presentare il ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per contestare la mancata applicazione totale della decisione della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo.
Bonus Poletti, incostituzionale il rimborso parziale
Le critiche dei sindacati consistono nel fatto che il provvedimento adottato dall'esecutivo vanifica gli effetti del verdetto dei giudici costituzionali, in quanto restituisce soltanto una parte piccolo di quanto effettivamente non percepito dai pensionati 2012-2015, hanno spiegato in una nota i leader della Uil e della Uil Pensionati Carmelo Barbagallo e Romano Bellissima che puntano all'annullamento del decreto recepito da una circolare Inps lo scorso agosto.
Inoltre, dal provvedimento del Governo Renzi, secondo i sindacalisti, esclude di fatto molti pensionati che a loro dire avrebbero diritto a percepire i rimborsi. Quindi si chiede una rivisitazione generale della norma. Invano furono chiesti dei cambiamenti all'esecutivo in sede d'esame del provvedimento. Adesso parte la class action davanti alla Cedu di Strasburgo. Il ricorso sarà seguito da uno studio legale internazionale, a sostenere le spese sarà la Uil Pensionati. "Siamo convinti come - hanno spiegato i segretari di Uil e Uil Pensionati - che sia legittimo e necessario ripristinare un diritto negato ai pensionati e riaccendere i riflettori - hanno sottolineato Carmelo Barbagallo e Romano Bellissima - sulle molte discriminazioni e penalizzazioni di cui i pensionati sono vittime nel nostro Paese".