Continua il dibattito sulla riforma del sistema previdenziale con i continui incontri tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i tecnici del Ministero dell'Economia per cercare di trovare una soluzione da adottare già nella prossima Legge di Stabilità. La situazione è ancora incerta anche se, a quanto sembra, è stato raggiunto l'accordo per risolvere la questione esodati attraverso una settima salvaguardia e applicare un sistema per il pensionamento anticipato delle donne. Per quest'ultima categoria di lavoratrici, sembrerebbe certa una proroga del sistema 'sperimentale' con il conteggio contributivo degli assegni previdenziali allo scopo di attutire lo 'scalone' creato dalla riforma Fornero previsto nel 2016,
Si studia un metodo basato sul 'prestito pensionistico'
Per quanto riguarda, invece, la flessibilità del sistema previdenziale italiano, probabilmente bisognerà aspettare il prossimo anno per vedere applicato un metodo che permetta di abbassare l'età pensionabile per tutti i lavoratori.
In queste ore, si parla insistentemente di attuare questa flessibilità tramite un 'prestito pensionistico' pagato, almeno nella fase iniziale, dalle aziende. L'eventuale approvazione di questo provvedimento porterebbe a dei costi elevati sia per le imprese che per gli stessi lavoratori, i quali, in caso di pensionamento anticipato, sarebbero costretti, al raggiungimento della pensione, a restituire a rate quanto percepito prima della pensione.
Possibile l'applicazione di un 'Piano contro la povertà'
Altra ipotesi sul tavolo del premier Renzi, quella che prevede l'anticipo della pensione a 63 anni e 7 mesi di età anagrafica insieme al versamento di 35 anni di contributi, ma con una penalizzazione del 4 percento per ogni anno di anticipo rispetto agli attuali limiti pensionistici.
Resta ancora da verificare l'impatto economico che ci potrebbe essere con l'attuazione di questo sistema flessibile. Sembrerebbe certo, intanto, un piano nazionale contro la povertà, collegato alla manovra finanziaria, che dovrebbe interessare 600/700 mila famiglie che versano in condizioni di disagio economico. Questa proposta si potrebbe attuare attraverso un bonus di 80/120 euro erogato tramite una card magnetica ad una platea di beneficiari con un reddito Isee non superiore ai 3.000 euro annui.