Una delle categorie a cui si fa più riferimento quando si parla di Pensioni anticipate è quella dei lavoratori notturni o di coloro che svolgono le attività più pesanti, i cosiddetti usuranti. Per esempio, andare in pensione a quasi 70 anni non può essere considerata la stessa cosa per un impiegato di ufficio rispetto ad un lavoratore edile, perché questo è un dato oggettivo. La riforma della Fornero, con il suo innalzamento dell’età di uscita dal posto di lavoro, non ha intaccato la possibilità di uscita anticipata per alcuni lavoratori considerati usuranti ed anche nel 2016, questi soggetti, potranno andare in pensione con largo anticipo.

Quali lavoratori rientrano in questa categoria

Come dicevamo, resta ancora in piedi la facoltà concessa a coloro che svolgono i lavori più pesanti o notturni, di uscire con 5 anni di anticipo dal lavoro. Naturalmente anche per loro, dal 1° gennaio 2016, ci sarà da fare i conti con l’innalzamento dovuto dall’aumento dell’aspettativa di vita, ma i 5 anni di anticipo restano in piedi. Un decreto del Ministero del Lavoro del 1999 indica quali sono i lavori che sono considerati usuranti. Sono lavori pesanti quelli svolti in miniera, nelle cave, nelle galleriee similari, oppure gli autisti di mezzi di trasporto pubblico. Anche i lavoratori che sono stati a contatto con l’amianto per via delle mansioni derivanti dall’attività svolta sono considerati usuranti.

Stesso discorso per i lavori notturni, quelli cioè che lavorano quotidianamente almeno per 3 ore nel lasso di tempo che va dalle 24:00 alle 05:00 del mattino successivo.

Requisiti necessari dal 1° gennaio 2016

Nel 2008, il Decreto Legislativo 67/2011 ha stabilito che i lavoratori che svolgono tutte queste attività possono andare in pensione con 5 anni di anticipo rispetto agli altri.

Oltre a rientrare nell’elenco di lavori considerati usuranti, elenco che è allegato al decreto del Ministero del Lavoro del 1999, questi lavoratori devono avere una serie di requisiti che la Fornero ha lasciato intatti o quasi. Potranno beneficiare dell’anticipo coloro che raggiungono nel 2016 almeno 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età.

La differenza rispetto al 2015 è l’innalzamento di 4 mesi dell’età pensionabile, il classico aumento voluto per l’adeguamento alle nuove aspettative di vita. Inoltre è necessario che questi lavoratori abbiano svolto una attività tra quelle considerate come usuranti per almeno 7 degli ultimi 10 anni di lavoro. Quest’ultimo requisito sarà valido per tutte i lavoratori che raggiungeranno i requisiti fino al 31 dicembre 2017. Per il 2018 infatti è stato previsto un irrigidimento di questo requisito perché sarà necessario dimostrare di aver lavorato per almeno la metà della vita lavorativa, in attività soggette ad usura.