La Legge di Stabilità sta per terminare il suo iter in Senato e così, dopo la Commissione Bilancio, il testo sarà votato. La commissione ha dato la sua valutazione sugli emendamenti che sono arrivati dai gruppi parlamentari ed il testo di legge rinnovato da queste proposte, dovrebbe iniziare ad essere discusso in Senato. La riunione dei capigruppo ha messo in agenda la votazione definitiva a Palazzo Madama per sabato 21 novembre. Dalla settimana prossima, il pallino passerà nelle mani della Camera dei Deputati dove sarà valutata nuovamente.
Capitolo pensioni, a che punto siamo?
Fino ad oggi, nonostante il gran parlare, sul capitolo Pensioni, nessun emendamento è stato approvato dalla Commissione Bilancio in Senato. Sembra che tutto sia stato rimandato al successivo passaggio alla Camera dei Deputati perché la carenza di coperture di fatto rappresenta un muro difficilmente superabile per qualsiasi intervento. Sembrano quindi infrangersi conto questo muro tutti i provvedimenti rivolti alla salvaguardia esodati, ad opzione donna, all’assegno pensionistico anticipato ed alla flessibilità in uscita anche se sperimentale. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano continua a lasciare la porta aperta ad eventuali interventi da discutere a Montecitorio, ma dopo il passaggio in Senato, lo scetticismo è in aumento.
Opzione donna
Il capitolo previdenziale che riguarda l’uscita anticipata dal lavoro per alcune lavoratrici è molto sentito e fa molto discutere. Nel testo di Legge emanato dall’Esecutivo, viene concessa la possibilità di uscire dal lavoro a tutte le donne che entro il 31 dicembre 2015 hanno 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età.
Il provvedimento, così come è stato partorito dal Governo, supera il problema interpretativo della data del 31 dicembre, che diventa data utile al conseguimento dei requisiti pensionistici e non come data di decorrenza della pensione. Tutte le donne nate entro il 30 settembre del 1958 (1957 per le autonome) potranno andare in pensione con le finestre mobili che si apriranno entro 12 mesi (18 per le autonome) dal raggiungimento dei requisiti.
Gli emendamenti che sono stati congelati, miravano ad estendere il beneficio dell’anticipo a tutte quelle che compiono gli anni nel 2015, senza tener conto dei 3 mesi aggiuntivi legati all’aumento dell’aspettativa di vita.
Settima salvaguardia e prestito pensionistico
Fumata grigia dalla Commissione Bilancio per gli esodati e nessuna estensione concessa. Per la salvaguardia, si mirava ad estendere la platea di beneficiari a tutti quelli che nel 2011 avevano fruito di permessi e congedi per prestare assistenza a familiari disabili. L’estensione, riguardava tutti coloro che avevano usufruito della Legge 104, mentre il testo della Legge di Stabilità, offre questa salvaguardia solo a chi ha assistito i propri figli.
Niente da fare anche per l’idea di estendere la salvaguardia agli altri 20mila esodati che restano ancora fuori dal provvedimento. Per questi già si paventa il bisogno di una ottava salvaguardia per l’anno prossimo. Per il prestito pensionistico, cioè concedere a chi si trova ad almeno 5 anni dalla pensione, un anticipo di 900 euro al mese quale pensione anticipata, la bocciatura sembra definitiva. È vero che questo prestito sarà restituito poco per volta dai pensionati quando raggiungeranno la pensione, ma oggi costerebbe tanto alle casse statali, talmente tanto che non se lo possono permettere.