Ancora più insistenti le polemiche dei lavoratori precoci sulla mancata flessibilità inLegge di Stabilità, ieri mattina al Senato sono finiti in discussione gli emendamenti che puntavano a modificare gli articoli dal 16 al 22 del Ddl. Stando a quanto si apprende da fonti vicine al Senato sono stati bocciati quelli relativi alla Quota 100, soluzione che alcuni (Simonetti, lega Nord, e Rizzetto, Alternativa Libera) ritenevano potenzialmente idonea anche per i lavoratori precoci, e il Prestito Pensionisticodi Santini (Pd) che invece per nullasoddisfacevale richieste di questilavoratori che sono andati a lavorare in giovane età.

Personeche continuano ad ambire alla quota 41 senza penalità. Una buona nuova pare invece essere in 'dirittura di arrivo ' per i lavoratori precoci che hanno subito la penalizzazione dell'assegno pensionistico in quanto hanno avuto la liquidazione della quiescenza ante 2015, prima dell'entrata in vigore della legge 190/2014. L'emendamento di cui è firmataria anche l'onorevole D'Adda (Pd) ha trovato accoglimento. Così come la richiesta di inclusione nell'opzione donna anche perle lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 1958. Ecco in dettaglio le ultime novità dal Senato al 13/11

Ultime news su pensioni precoci e opzione donna: Quali emendamenti hanno avuto l'ok dal Senato?

Per quanto concerne gli ultimi aggiornamentisulla riforma Pensioni al 13/11 possiamo dirvi cheil Senatoha bocciatole misure pro flessibilità inuscita presentate.

Non vedranno la luce né laQuota 100 né il prestito pensionistico, ammessi invece gli emendamenti per lo stop alle penalizzazioni dei precoci andati in pensione ante 2015e per l'estensione dell'opzione donna anche alle nate nel quarto trimestre del 1958, che al momento risultavano fuori dal regime sperimentale Maroni a causa dell'incremento dell'aspettativa di vita.

L'emendamento di Santini (Pd)che puntava ad introdurre una sorta di prestito pensionistico di circa 800-900 euro da elargire a quanti avrebbero voluto accedere anzitempo il lavoro non ha trovato accoglimento da parte della Commissione di Bilancio di Palazzo Madama. Il prestito comunque, resta inteso, avrebbe poi dovuto essere restituito dai lavoratori, una volta raggiunti i requisiti anagrafici necessari, attraverso micro prelievi sull'assegno pensionistico ultimo.

La proposta non è stata considerata ammissibile per mancanza di coperture finanziarie, ma in fondo i lavoratori precoci si dicono soddisfatti. Mai avrebbero voluto pagarsi la pensione da soli con un prestito, ecco le parole di Roberto Occhiodoro, uno degli amministratori del gruppo precoci, che puntualizza con un post lo stato dell'arte post bocciatura emendamenti.

"Buonasera a tutte/i: allora, abbiamo appena letto che né la quota 100 né il prestito pensionistico sono stati approvati dalla Commissione Bilancio, cioè il MEF, cioè Padoan. Va bene ( si fa per dire): la quota 100 sapevamo da mesi che non sarebbe passata ( costa troppo) ed il prestito pensionistico meno male che sia andata così ( ci prestavano soldi NOSTRI che poi avrebbero voluto indietro)".

Le uniche buone notizie per i lavoratori precoci restano per coloro che sono andati in pensione ante 2015 e che hanno subito una penalizzazione legata all'età. Ora l'emendamento che ha avuto l'Ok dal Senato punta proprio ad eliminare tale ingiustizia tra coloro che sono andati in pensione, con lo stesso montante contributivo, prima del 2015 con decurtazionie coloro che vi andranno fino al 2017 senza."