Proseguono le discussioni intorno alla questione Pensioni precoci, la Legge di Stabilità non ha soddisfatto in alcun modo i lavoratori che ambivano alla quota 41 insita nel Ddl 857 di Damiano. Anzi la flessibilità in uscita è un tema che l'esecutivo Renzi ha rimandato, per il momento,al prossimo anno. Sollevando così un coro di polemiche sia tra opinione pubblica che politica. Salvini, leader della lega Nord, si è detto favorevole a firmare la proposta di flessibilità in uscitadi Damiano-Barretta. Tito Boeri ha proposto l'uscita anticipata a partire dai 63 anni e 7 mesi senza alcuna penalizzazione per i precoci.
Ma per questi lavoratori il problema resta il requisito anagrafico che stride con gli anni di contributi già versati.
Ultime news pensioni precoci, dopo Legge di Stabilità ancora più rabbia verso il Governo
Cosa importa allo Stato, si domandano i precoci all'unisono sulla pagina ufficiale ' lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti', l'età a cui viene richiesta la quiescenza seil lavoratore, per quanto giovane sia,ha già versato contributi per ben 40/41 anni? Dello stesso parere il vice Presidente della commissione lavoro alla camera Walter Rizzetto. L'onorevole, che oggi ci ha concesso un'intervista esclusiva, ribadisce che si farà di tutto per ottenere almeno la quota 100 in legge di stabilità.
La quota 100 va intesa, specifica Rizzetto, come somma tra età anagrafica e contributiva, slegata dai vincoli anagrafici. Una soluzione dice l'onorevole di Alternativa Libera che potrebbe tornare utile specie per i lavoratori precoci andati a lavorare in giovane età. Ecco quanto emerso nel corso dell'intervista.
Novità pensioni precoci, news Rizzetto : dopo 40 anni inaccettabile non potersi ritirare dal lavoro
-Tra gli emendamenti da voi presentati anchela propostasulla flessibilità ed in particolare misure di uscita anticipata con la quota 100. Ci potrebbe spiegare meglio in cosa consisterebbe e quali vincoli anagrafici e contributivi vi sarebbero per potervi accedere?
La proposta è semplice: raggiungere un prepensionamento senza particolari penalizzazioni su base volontaria, età anagrafica e contributi devono per l'appunto quotare 100 (es 60 anni e 40 di contributi) senza depauperamento di parte dell'assegno mensile. Più contributi ho versato, prima vado in pensione e questo va a dare una mano a lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato giovani a lavorare e pagare.Trovo inaccettabile che dopo 40 anni di contributi, ad esempio, non si possa giustamente riposare
-Tra le proposte non leggiamo nessuna misura ad hoc per i precoci che richiedono con forza la Quota 41 senza penalità. Per taluni la quota 100 potrebbe essere un buon compromesso solo a patto che s'intenda come somma tra età anagrafica e contributiva svincolata da limiti legati all'età.
Si riuscirà a ragionare verso una flessibilità che differenzi le tipologie di lavori e consideri soprattutto gli anni di contributi realmente versati?
Per me i vincoli legati all'età non devono esistere, il conto è semplice raggiungi quota 100 (tra età e contributi) puoi andare in pensione. Mi pare lineare, no? la flessibilità è importante e differenziare i lavori pure: un operaio edile ha evidentemente una usura maggiore di un giornalista, ma anche qui mi pare di dire l'ovvio. Il sistema contributivo è un passaggio giusto ma che ne sarà di migliaia di giovani che sino a 40 anni hanno fatto lavori precari ed hanno versato pochi contributi spesso saltuariamente?