Ancora più che mai al centro delle polemiche il famigerato bonus delle 500 euro, accreditato ai docenti della Scuola pubblica italiana per l'autoformazione. Sappiamo bene come il voucher sia stato poco gradito dalla categoria, la quale considera il provvedimento governativo come una 'misera elemosina' rispetto a quanto dovuto agli insegnanti per effetto del mancato rinnovo del contratto economico, bloccato dal 2009.
A parlare nuovamente di bonus di 500 euro, è il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, che formalmente inoltrato al Ministero dell'Istruzione una richiesta, nonchè una protesta, in merito all'argomento.
News scuola, sabato 7 novembre 2015: Miur ci dica come restituirlo
Come riportato dal noto portale specializzato 'Orizzonte Scuola', il sindacalista ha espressamente chiesto al dicastero di Viale Trastevere di stabilire le procedure formali da attuare al fine della restituzione al 'mittente' delle 500 euro.
I lettori forse sapranno che lo stesso Pino Turi, nei giorni scorsi, aveva denunciato l'ingiusta esclusione dei precari dall'accredito del bonus, oltre alla sua intenzione di restituire il bonus stesso, tenendo conto del fatto che la sua principale attività è quella del sindacalista, non svolgendo attualmente la funzione di docente.
'Lo voglio restituirecon una precisa finalità - aveva specificato il segretario della Uil - quella di destinarlo al riconoscimento del personale educativo'.
Bonus scuola 500 euro: Pino Turi 'Personale educativo escluso ingiustamente'
Proprio dall'esclusione del personale educativo parte la protesta di Pino Turi verso il Ministero dell'Istruzione, visto che la categoria è inquadrata a pieno titolo nell'area docenti, così come espressamente stabilito dall'articolo 25 del C.C.N.L..
Da qui l'intenzione di restituire la somma: tra l'altro, l'iniziativa, su invito dello stesso Turi, è stata appoggiata dagli altri componenti della Segreteria Nazionale della Uil Scuola.
La presa di posizione del sindacalista non era stata accolta, comunque, in maniera benevola dall'Associazione Nazionale Docenti Educatori Istruzione Statale Pubblica (Andeisp), che, al contrario, sembrerebbe fermamente intenzionata a ricorrere al TAR per garantire la tutela dei diritti del personale educativo.