La ormai arcinota storia della Sentenza della Corte Costituzionale sui contratti degli statali, sulla Legge Fornero e sugli aumenti perequativi, continua a tenere banco. Nella Legge di Stabilità, il Governo ha stanziato 300 milioni di euro da dividere tra i lavoratori a cui il contratto va per forza adeguato, già dal prossimo 1° gennaio. I sindacati dei lavoratori della Pubblica Amministrazione hanno già in agenda lo sciopero generale del 28 novembre prossimo, per contestare le cifre stanziate, o meglio gli esigui aumenti che sarebbero intorno a 10 euro al mese.

Nel frattempo era uscita fuori un’altra contestazione, quella del salario accessorio che non veniva erogato ai lavoratori.

Sbloccati i fondi per il salario accessorio

Con un decreto del Presidente del Consiglio sono stati sbloccati i fondi relativi al salario accessorio che spettava ai 160mila lavoratori dei Ministeri. Si tratta di 80 milioni di euro del fondo per la produttività dei lavoratori, delle aperture festive e del prolungamento dell’orario di lavoro. I soldi erano stati bloccati dal Governo che adesso ha fatto retromarcia, spinto dalla protesta dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali che hanno manifestato direttamente al Ministero dell’Economia e Finanza. Piccola vittoria per le sigle sindacali che adesso mirano ad ottenere un risultato simile con lo sciopero del 28 novembre, in cui contesteranno la pochezza delle cifre stanziate nella Finanziaria, per far fronte agli aumenti di stipendio previsti dalla Corte Costituzionale.

Sblocco dei contratti, a che punto siamo?

Il Governo sembra fermo sui suoi passi, sembra non voler sentire ragioni e le cifre messe a disposizione pre le trattative di rinnovo sono sempre le stesse. I 300 milioni stanziati e da dividere tra gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici interessati, prima dalla Legge Fornero che ne ha bloccato i salari e poi dalla Sentenza della Consulta che li ha sbloccati, equivalgono ad aumenti che non superano i 10 euro a testa.

Per i sindacati è pochissimo se raffrontato ai 200 euro che hanno perso mensilmente i lavoratori a partire dal 2012 ed è ancora meno se si considerano le cifre che la Pubblica Amministrazione ha risparmiato in questi anni alla voce stipendi. Adesso, lo sblocco del salario accessorio, che ricordiamolo, non è un regalo del Governo, ma è solo la restituzione di quanto stavano togliendo ai dipendenti Ministeriali, potrebbe essere un deterrente ad un aumento, anche se improbabile, di cifre per l’adeguamento dei contratti.

Esponenti dell’Esecutivo hanno detto che in virtù dell’inflazione che quest’anno non è aumentata, le 10 euro di aumento dovrebbero bastare. Sempre dalle stanze del Governo fanno sapere che anche la concessione del bonus da 80 euro di Renzi ha in parte compensato le perdite dei singoli dipendenti. Come dire, scordatevi aumenti maggiori, almeno per il 2016 perché in fin dei conti non avete perso molto. La partita resta aperta, il 28 novembre ne sapremo di più e vedremo se la manifestazione ha smosso le acque.