L'ultimo intervento di una certa importanza sul tema della riforma delle pensioni per il 2016 arriva dalla UIL, la quale, attraverso il suo segretario Carmelo Barbagallo, ha fatto sapere quali saranno le iniziative che i sindacati confederali e il proprio sindacato hanno deciso di mettere in campo. Le ultime notizie, dunque, raccontano come, innanzi tutto, si intende organizzare la vertenza unitaria e la piattaforma che prenderà le mosse dalle manifestazioni del 17 dicembre: l'idea è di riproporre un progetto differente di welfare state, basato sulla previdenza e la solidarietà e non su una concezione assicurativa del sistema pensionistico.

L'altro punto decisivo è quello delle cause pilota che il sindacato ha avviato alla Corte Europea dei diritti dell'uomo intorno al nodo irrisolto della mancata rivalutazione. In questo articolo, si cercherà di fare il punto della situazione sulla stangata in arrivo dal 1° gennaio 2016 sulle Pensioni.

Mancata rivalutazione e novità pensioni 2016

La prima brutta notizia che attende i pensionati a partire dal 2016 è quella della mancata rivalutazione delle pensioni: non vi sarà alcuna perequazione e la percentuale di variazione è stata fissata a zero (il riferimento normativo che lo sancisce è il decreto del 19 novembre 2015). Dunque, a causa del seguente meccanismo non si avrà diritto ad alcun aumento; ma non è tutto: il medesimo procedimento porterà ad un taglio delle pensioni in conseguenza di una previsione sbagliata dell'indice dell'inflazione.

Cercando di semplificare al massimo, è possibile dire che il valore di rivalutazione fissato per il 2015 su una stima effettuata nel 2014 vedeva la crescita dello 0,3%, mentre, poi, effettivamente è stata dello 0,2%: i pensionati, dunque, dovranno 'restituire' lo 0,1% di differenza; non si tratterà di una cifra elevata, ma, in concomitanza con la mancata restituzione delle rivalutazione degli anni precedenti nonostante la sentenza della Corte, è il segnale di una previdenza allo sbando e di un'utilizzazione di essa da parte del governo Renzi per finanziare altre manovre.

La stangata del 1° gennaio 2016

Se le discussioni intorno alla riforma delle pensionida mettere in campo nel 2016 sono sempre molto accese, bisogna pur dire che la legge Fornero continua il suo cammino e che è possibile affermare che vi sarà una vera e propria stangata sull'età pensionistica a partire dal 1° gennaio 2016. Vediamo nello specifico cosa si prospetta per i lavoratori vicini alla pensione: per quanto concerne i requisiti di carattere anagrafico, coloro che lavorano (uomini e donne) nel settore pubblico vedranno crescere l'età pensionabile di 4 mesi per cui si potrà andare in pensione non prima dei 66 anni e 7 mesi; per le donne che lavorano nel settore privato, l'aumento sarà di quasi due anni passando di fatto dai 63 anni e 9 mesi attuali ai 65 anni e 7 mesi del 2016; infine, per le donne che lavorano in maniera 'autonoma', l'incremento sarà di quasi un anno e mezzo, passando dai 64 anni e 9 mesi attuali ai 66 anni e 1 mese.

Per quanto concerne, invece, il requisito di carattere contributivo, l'incremento sarà per tutti di 4 mesi: gli uomini a 42 anni e 10 mesi e le donne a 41 anni e 10 mesi. Per le novità sulla riforma pensioni 2016, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.