Viene rilanciata oggi la battaglia unitaria delle organizzazioni sindacali per la riforma Pensioni. Cgil, Cisl e Uil ritengono sempre più urgente modificare la legge Fornero e chiedono all'esecutivo di aprire il confronto a partire dalla proposta unitaria dei tre sindacati illustrata e "varata" oggi (17 dicembre) in tre diverse assemblee interregionali in corso a Torino, Bari e Firenze. Il disegno di legge di Stabilità 2016 ora all'esame della Camera, pur disponendo alcune misure sulle pensioni, lascia irrisolti i nodi sul sistema previdenziale nel suo complesso, a partire dall'età pensionabile molto alta a cui si dovrebbe far fronte con l'introduzione di nuove formule più flessibili per l'uscita in anticipo dal lavoro e l'accesso ai prepensionamenti a partire da 62 anni o con quota 41 di contributi previdenziali a prescindere dall'età, formula che si addice ai lavoratori precoci che da tempo reclamano i loro diritti previdenziali acquisiti e che non hanno avuto risposte con la manovra economica e finanziaria che ha avuto ieri il via libera dalla commissione Bilancio presieduta da Francesco Boccia (Pd).

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo Renzi di modificare la legge Fornero

"Sbagliate le scelte che sono state fatte con la legge Fornero nel nostro Paese". E' una legge che porta ad una prospettiva di un Paese poverissimo e con meno lavoro. Quindi, visto che ogni giorno viene sbandierato il fatto che ci può essere la ripresa, una delle condizioni affinché vi sia davvero quella ripresa, è esattamente cambiare la legge Fornero. Occorre cambiarla a partire dal far entrare i giovani nel mondo del lavoro per dargli una prospettiva". Più che una vera riforma pensioni per un miglioramento del welfare, la legge Fornero fu, per la Cgil, un'operazione di cassa che guardava di più agli interessi finanziari del Paese in un momento difficile, ma a pagare maggiormente furono lavoratori e pensionati.

Susanna Camusso: più flessibilità in uscita, non si può lavorare all'infinito

"I governi - ha detto oggi Susanna Camusso parlando della riforma pensioni - hanno fatto cassa sulla condizione delle persone, determinando due cose - ha proseguito - che sono assolutamente contrastanti con l'idea di ripresa del Paese". Sotto accusa da parte della Cgil l'aumento drastico dell'età pensionabile, giunta ora a 66 e 7 mesi.

"Quella che le persone sono costrette a lavorare per un tempo infinito - ha spiegato il segretario generale Cgil oggi a Firenze - e nello stesso tempo ha determinato il fatto - ha sottolineato la Camusso - che i giovani restano fuori dal lavoro". Non solo i giovani hanno certamente meno possibilità di trovare un'occupazione stabile, "non hanno nessuna prospettiva credibile - ha sottolineato il leader del sindacato rosso - poi di avere una pensione"; a dimostrarlo anche i dati del Censis diffusi nelle scorse settimane.